
È morto all’età di 65 anni Tiziano Pellonara, divenuto celebre nel 2020 per una grossa vincita al Gratta e Vinci. Si è spento ieri a Montecarotto, dopo aver lottato per alcuni mesi contro una malattia. Con lui se ne va non solo una figura conosciuta e amata nel territorio, ma anche un simbolo di umanità, resilienza e dignità.
Dal semaforo alla fortuna
Per anni, Tiziano era stato una presenza fissa nei pressi dei semafori di viale del Lavoro e del cosiddetto “Frulla semaforico”, tra viale della Vittoria e via Garibaldi. Cappellino in testa e sorriso contagioso, si esibiva con piccoli spettacoli di strada, raccogliendo qualche moneta dagli automobilisti fermi al rosso. Il suo gesto simbolo era il lancio del cappello, accompagnato da battute pronte e tanta ironia.
Fu proprio grazie alle offerte raccolte a un semaforo, 20 euro in tutto, che, nell’estate del 2020, acquistò un biglietto del Gratta e Vinci “Il Miliardario”. La fortuna lo baciò con una vincita da 300mila euro, 240mila al netto delle tasse. In un attimo, la vita di Tiziano cambiò.
La sua riconoscenza
La notizia fece il giro d’Italia. Niente eccessi, niente sogni irrealizzabili: solo una vita un po’ più comoda, qualche cena fuori, vestiti nuovi. “Consiglio a chi è in difficoltà di rimanere positivi”, disse in una delle sue prime interviste ringraziando la città di Jesi per il sostegno ricevuto, soprattutto nei momenti più duri come durante il lockdown.
La gestione dei soldi fu affidata a un amministratore di sostegno, che gli fu assegnato dal tribunale nel novembre 2022 e che garantiva a Tiziano una quota mensile sufficiente per vivere con dignità. Una volta sistemate le questioni legali, Pellonara saldò vecchie pendenze e scelse di donare una parte della vincita a chi gli era stato vicino nei momenti bui.
Un personaggio diventato simbolo
La sua storia ha lasciato un segno profondo nella comunità. Non solo per l’improbabile colpo di fortuna, ma per la sua capacità di affrontare la vita con il sorriso, anche nei momenti peggiori. Tiziano Pellonara non era solo un clochard fortunato: era un uomo che sapeva trasformare una fermata al semaforo in uno scambio umano, in un piccolo momento di teatro, in un sorriso inaspettato.
La sua scomparsa lascia un vuoto in
chi lo ha conosciuto, e anche in chi lo ha solo incrociato una volta, da un finestrino abbassato. Quel cappellino lanciato in aria, mentre le auto aspettavano il verde, resterà per sempre l’immagine più viva e vera di lui.