Beppe Vessicchio e la confessione: "I miei polmoni sono compromessi. Mio padre vittima dell’amianto"

Nel 2023 il direttore d'orchestra, ospite a Verissimo, aveva raccontato le difficili conseguenze sulla propria salute dovute all’esposizione all’amianto respirato da bambino a Bagnoli (Napoli)

Beppe Vessicchio e la confessione: "I miei polmoni sono compromessi. Mio padre vittima dell’amianto"
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Nel 2023, ospite di Verissimo, Beppe Vessicchio aveva raccontato con grande lucidità e commozione le sue condizioni di salute e il legame profondo con la sua terra, Napoli, segnata da anni di industrializzazione e inquinamento. "I miei polmoni sono compromessi – aveva detto – non sono i polmoni di una persona in equilibrio. Credo che la musica mi aiuti a sostenere tutto questo".

“Mio padre vittima dell’amianto”

Il celebre direttore d’orchestra aveva rievocato la sua infanzia e adolescenza trascorse nel quartiere di Bagnoli, in un’epoca in cui l’ombra delle grandi fabbriche, Eternit e Italsider, si allungava sulle case e sulle vite di migliaia di famiglie.

"Mio padre è una vittima dell’amianto – aveva raccontato Vessicchio –. Non parlavamo dei rischi per la salute, non eravamo a conoscenza di questo problema. Ai dipendenti della fabbrica regalavano del latte, che portavano a casa ai figli: si pensava che potesse depurare. Era un segnale che avrebbe dovuto far riflettere".

L’infanzia tra Eternit e Italsider

Nato e cresciuto in via San Clemente 16, nel cuore del Rione Cavalleggeri, Vessicchio visse tra il mare e il ferro, tra la borghesia di Fuorigrotta e il sudore operaio delle acciaierie. Oggi, quel quartiere è stato inghiottito dal vuoto lasciato dall’ex Eternit e dall’ex Italsider, ma all’epoca era un microcosmo brulicante di vita, dove la polvere grigia dell’amianto si posava sui balconi come una neve silenziosa.

"Giocavamo con le vasche d’amianto – ricordava Vessicchio –. Non sapevamo che quell’assassino silenzioso ci respirava accanto. Ho perso tanti amici, molti ragazzi non ci sono più per il mesotelioma della pleura".

I giochi di un bambino curioso

Da bambino, Beppe costruiva i suoi giocattoli con quello che trovava: aghi di ferro presi dall’Italsider, sacchetti di terriccio e un magnete per osservare la danza invisibile delle forze magnetiche.

"Forse quella era la mia prima direzione d’orchestra", aveva sorriso nell’intervista, ricordando la meraviglia di quei momenti. Come i fratelli Bennato – Edoardo, Eugenio e Giorgio – cresciuti a poca distanza, anche lui scoprì presto la musica: un suono capace di trasformare il rumore del mondo in armonia.

La forza della musica

Oggi

quell'intervista sembra profetica e porta con sé la consapevolezza di un passato difficile e di un’eredità invisibile "La musica – aveva concluso – è ciò che mi tiene in equilibrio. È la mia medicina".

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