
Nemmeno i nomi più potenti del pianeta restano indifferenti davanti al fascino di Leonardo da Vinci. In una Venezia vestita a festa per il matrimonio tra Jeff Bezos e Lauren Sánchez, con star e miliardari da ogni angolo del mondo, uno dei protagonisti più silenziosi ma magnetici è un disegno su carta e inchiostro, vecchio di oltre cinquecento anni: “L’Uomo Vitruviano”.
Il capolavoro
Esposto eccezionalmente alle Gallerie dell’Accademia, il celebre studio leonardesco sul corpo umano è tornato visibile al pubblico per un’occasione speciale, diventando tappa irrinunciabile per figure di spicco della finanza, della politica e dell’imprenditoria globale. Tra gli ultimi ad averlo ammirato, John Elkann, presidente di Stellantis e CEO della holding Exor, accompagnato dalla moglie Lavinia Borromeo e dai loro tre figli.
La famiglia Elkann ha visitato, con riservata partecipazione, la mostra “Corpi moderni”, un itinerario suggestivo che attraversa opere di Leonardo, Michelangelo, Giorgione, Dürer e altri maestri del Rinascimento, offrendo una riflessione profonda e attualissima sul corpo come sede di conoscenza, bellezza e rappresentazione simbolica. Il cuore pulsante dell’esposizione resta quel fragile foglio di Leonardo – normalmente custodito al riparo da luce e umidità – che, per pochi giorni, ha potuto “parlare” al mondo.
La visita degli Elkann
Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, la visita della famiglia Elkann è durata circa un’ora, durante la quale si sono potuti soffermare sui dettagli, le proporzioni e l’equilibrio che fanno dell’Uomo Vitruviano un’icona universale dell’armonia tra scienza e arte. Prima di loro, anche personalità del calibro di Bill Gates, pioniere della rivoluzione informatica e filantropo globale, e Ivanka Trump, imprenditrice e figlia dell’ex presidente degli Stati Uniti, hanno fatto tappa alla mostra, scegliendo di prendersi un momento lontano dai riflettori per ammirare da vicino il simbolo per eccellenza dell’intelligenza e della perfezione umana.
Il disegno, realizzato da Leonardo attorno al 1490, rappresenta l’ideale classico delle proporzioni perfette del corpo umano inscritto in un cerchio e in un quadrato, in linea con le teorie dell’architetto romano Vitruvio. È considerato non solo un’opera d’arte, ma una dichiarazione di visione: l’uomo come misura di tutte le cose.
La scelta di portare “L’Uomo Vitruviano” fuori dai caveaux per qualche giorno ha trasformato le Gallerie dell’Accademia in un crocevia simbolico: in una città che ospita la ricchezza estrema e l’estetica da copertina, la vera meraviglia è rimasta una pagina disegnata cinque secoli fa, capace ancora oggi di raccogliere sguardi assorti, silenzi rispettosi e, forse, un po’ di stupore.