Cani rapiti, il nuovo fenomeno per chiedere il riscatto: baby gang e clan vogliono anche 5mila euro

In Italia cresce il fenomeno dei cani rapiti, spesso da baby gang e microcriminalità, con richieste di riscatto che possono arrivare anche a 5mila euro

Cani rapiti, il nuovo fenomeno per chiedere il riscatto: baby gang e clan vogliono anche 5mila euro
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Ogni giorno in Italia spariscono cani: rubati nei cortili, rapiti dai sedili delle auto, portati via durante le passeggiate. Un fenomeno sommerso, in preoccupante crescita, che spesso sfugge alle statistiche ufficiali e si muove nell’ombra. Bastano pochi secondi per far sparire un cane. Come è successo a Soverato, in provincia di Catanzaro, dove un American Staffordshire è stato strappato via durante una passeggiata. Qualche ora dopo, è arrivata la telefonata: “Vuoi il cane? Sono 500 euro.” I carabinieri sono intervenuti arrestando un 35enne con l’accusa di furto e tentata estorsione, ma questo episodio è solo la punta di un iceberg molto più grande.

La legge

Il furto di animali domestici non è un reato specifico, e non esiste una banca dati nazionale che raccolga le denunce. "Il furto di un cane viene trattato come un furto generico", spiega il Capitano Domenico Tedesco, responsabile della sezione operativa antibracconaggio e reati contro gli animali al Messaggero. Se il cane è dotato di microchip, può essere più facile rintracciare il responsabile, ma spesso le indagini non sono strutturate, e solo nei casi di richiesta di riscatto si procede con accuse più gravi come l’estorsione.

Sul web, però, il fenomeno emerge in tutta la sua drammaticità. La pagina Facebook “Cani Rapiti” conta oltre 70mila iscritti e riceve quotidianamente decine di segnalazioni di cani spariti. Tra i casi più noti c’è quello di una bambina disabile di Palermo che ha visto rubare – e poi restituire – il suo cane, o il gatto dell’attore Nino Frassica, per cui è stata offerta una ricompensa di 10mila euro.

Cosa c'è dietro

Dietro questi furti spesso si nasconde una rete di microcriminalità: baby gang, tossicodipendenti, piccoli spacciatori. "Non si tratta di gruppi organizzati, ma di delinquenti di bassa lega che chiedono riscatti anche fino a 5mila euro", precisa Tedesco. Alcuni cani vengono rivenduti, altri sfruttati per riproduzione illegale in allevamenti abusivi o addirittura usati nei combattimenti clandestini. Alcune ipotesi più inquietanti parlano di traffico di carne e pelli o di vivisezione.

Fondamentale la denuncia

Le regioni più colpite sono soprattutto quelle del Sud: Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, ma il problema si diffonde in tutta Italia. Un caso emblematico arriva da Roma, dove all’Infernetto si segnalavano ripetuti furti di cani da giardini pubblici, ma senza denunce formali non è stato possibile intervenire efficacemente. Denunciare è però fondamentale, non solo per avviare le indagini ma anche per tutelarsi. "Con il nuovo codice della strada, se un cane con microchip provoca un incidente e il proprietario non ha denunciato la sua scomparsa, rischia l’arresto per abbandono colposo", avverte il Capitano Tedesco. Le razze più a rischio sono quelle di piccola taglia e più preziose, come barboncini, pincher e maltesi.

Reati specifici

La legge è cambiata negli ultimi anni, introducendo reati specifici contro il maltrattamento animale, ma il furto di animali resta regolato come un furto generico, senza una norma autonoma. La prevenzione resta dunque l’arma migliore: "Bisogna fare attenzione ai movimenti sospetti, non lasciare i cani incustoditi e segnalare ogni attività sospetta al numero verde 1515".

Intanto, la comunità virtuale di “Cani Rapiti” continua a crescere, offrendo conforto e supporto ai proprietari disperati che si trovano a guardare un guinzaglio vuoto, chiedendosi dove sia finito il loro amico a quattro zampe.

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