Imparare con gusto

Un corso di cucina per combattere l'inflazione

Suscita polemiche la dichiarazione del ministro francese Olivia Grégoire che propone corsi di cucina nelle scuole per insegnare ai giovani a cucinare in casa e risparmiare.

Un corso di cucina per combattere l'inflazione

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Mestoli e padelle strumenti essenziali per contrastare l'inflazione galoppante. È ciò che pensa Olivia Grégoire, ministra dell'impresa e dell'artigianato della Repubblica Francese. Durante un'intervista al giornale "Sud Ovest", la ministra del governo Macron ha suggerito e auspicato come soluzione al vertiginoso e continuo aumento dei prezzi dei generi alimentari di evitare di acquistare costosi cibi già pronti e di tornare a cucinare in casa come le nostre nonne, utilizzando le più economiche e convenienti materie prime.

Per favorire questo ritorno alle origini, la Grégoire ha proposto di introdurre corsi di cucina nelle scuole, per aiutare le nuove generazioni a districarsi tra i fornelli ed evitare che ricorrano alla veloce ma antieconomica soluzione di passare in gastronomia o in un fast food per riempirsi la pancia. Di per sé, le dichiarazioni della ministra macroniana non sono affatto sbagliate e anzi sono in buona parte condivisibili. A maggior ragione in un Paese come la Francia che vanta anch' esso una ricca tradizione gastronomica che merita di essere tutelata, promossa e trasmessa a figli e nipoti anche tramite la didattica.

Perciò ben venga nelle scuole ogni iniziativa che possa permettere agli studenti di conoscere ed imparare la propria cucina nazionale. Questo vale tanto in Francia quanto in Italia. Quello che lascia invece piuttosto perplessi è l'atteggiamento semplicistico di affrontare il grande e gravissimo problema dei rincari alimentari come se ricominciare a cucinarsi in casa soufflé, zuppe e purè possa risolvere tutto. Ricorda un pò l'assurda risposta che diede l'allora regina francese Maria Antonietta quando interpellata per la richiesta di pane da parte del popolo affamato esordì con la frase divenuta celebre " se non hanno pane, che mangino le brioche".

Parole divenute simbolo di superficialità e distacco dai reali problemi del Paese che avrebbero di lì a poco portato alla Rivoluzione. In una situazione come quella francese dove l'inflazione ha superato l'11% e dove per molte persone è diventato faticoso consumare due pasti al giorno, riporre la soluzione in corsi di cucina casalinga è qualcosa a metà trada tra l'utopistico e la politica dello struzzo. Stendere la sfoglia a casa col mattarello non può di certo supplire ad interventi economici e sociali che i governi devono attuare per contere la situazione e se possibile invertirla.

Non solo. Viviamo ormai in una società altamente industrializzata e fortemente frenetica, ben diversa da quella in cui vivevano e cucinavano le nostre nonne. Trovare il tempo per cucinare in casa è un lusso che a volte viene subito dopo quello di potersi permettere di comprare gli alimenti stessi per cucinare.

Gli studenti imparino pure come si cucina ma siano i governi ad impegnarsi davvero affinché quei giovani possano non far mancare nulla sulle loro tavole.

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