
“Ricordate quelli che si sono inginocchiati per Floyd? Una stronzata pazzesca. Lo fecero anche conduttori tv. Oggi nessuno di questi si inginocchia di fronte a Charlie Kirk. Mi inginocchio io, perché era un paladino della libertà”. Così, in apertura de "La Zanzara", Giuseppe Cruciani sull'assassinio dell'attivista 31enne, freddato mentre parlava con gli studenti del campo della Utah Valley University (Uvu).
“Un ragazzo di 31 anni è stato ucciso in America. Era uno YouTuber, un propagandista di Trump. Un uomo conservatore. Gli hanno sparato addosso. Se vai in giro per le università italiane ti fanno la pelle se non sei circondato dalla polizia" l'analisi del giornalista, che ha poi rincarato la dose: "Se non sei pro Pal come minimo hai la scorta. E se non hai la scorta rischi. E poi ci rompono i coglioni che la violenza è a destra. Ma andate a fare… Oggi la violenza politica in Italia, in Europa e nel mondo è solo a sinistra!”.
“Charlie Kirk era un gigante della libertà" ha proseguito Cruciani, per poi porre l'accento sui rischi che una persona può correre se ha delle posizioni diverse da quelle progressiste: "Certo aveva idee controverse, spesso diceva cose estreme, lui stesso diceva che provocatoriamente utilizzava alcune espressioni per portare più gente dalla sua parte. Ma si confrontava con gli altri, con i suoi nemici. Lo hanno ammazzato perché oggi se hai un pensiero diverso da quello progressista, inclusivo, woke, buonista e dici con forza le tue idee, rischi la vita!”.
Ma non è tutto.
Cruciani ha colto la palla al balzo per stigmatizzare l'assurda teoria espressa oggi da Piergiorgio Odifreddi: “Odifreddi sostiene che sparare a uno come Martin Luther King e sparare a uno come Kirk è diverso. Se spari al primo uccidi l’umanità, nel secondo casa uccidi uno che sparge odio. Incredibile, ti vogliono mettere addosso una targhetta per criminalizzarti!”.