Attualità

"Dev'essere proibito". Mengoni contro la procura di Padova sulle coppie gay

Il cantante si scaglia contro il pronunciamento della procura di Padova sui figli di coppie omogenitoriali. "Non si può decidere cosa sia una famiglia". Anche in passato polemizzò sui diritti Lgbt

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Non solo canzoni. Nella prima data del suo nuovo tour negli stadi, Marco Mengoni si è concesso anche una nota polemica. Ieri sera, durante il suo concerto allo stadio Euganeo di Padova, il cantante si è scagliato contro il provvedimento con cui la procura dello stesso capoluogo aveva chiesto l'annullamento di 33 atti di nascita di altrettanti bambini nati in coppie omogenitoriali. Sebbene quell'istanza fosse in linea con l'attuale normativa italiana e con le sentenze della Cassazione, già nelle scorse ore il mondo progressista aveva già gridato allo scandalo. E anche il vincitore del più recente festival di Sanremo si è unito al coro del dissenso.

"Amore e proibizione non sono parole che vanno troppo d'accordo. Non possono convivere perché non c'è proibizione o limitazione in amore, mai", aveva dapprima affermato il cantante sul palco, introducendo uno dei suoi brani. E giustamente dal pubblico era partito l'applauso. Poi, davanti alle 40mila persone radunate per ascoltarlo, Mengoni ha toccato il dibattuto argomento d'attualità. "Oggi, dato che siamo a Padova, vorrei aggiungere un'altra cosa. Una cosa che dovrebbe essere probita è poter decidere cosa sia una famiglia e decidere sui bambini", ha commentato l'artista. Di nuovo dalla platea si è levata un'ovazione, a sottolineare quello sfogo non privo tuttavia di inesattezze.

Sullo specifico caso padovano, infatti, le autorità non hanno deciso nulla ma semplicemente hanno ricordato che la legge in Italia non prevede quel tipo di trascrizioni in modo automatico. Al contempo, nel medesimo pronunciamento, era stata menzionata anche "la costante giurisprudenza della Corte di Cassazione in materia". Così, nel rispetto dei compiti di vigilanza sullo stato civile attribuiti dal legislatore alla procura, era stata ritenuta "illegittima" l'indicazione della seconda mamma (non biologica) "quale secondo genitore" nell'atto di nascita.

Il dibattito sul tema, in sostanza, è molto meno articolato di come spesso viene descritto o presentato. Piuttosto che prendersela con le autorità, gli artisti e gli intellettuali oggi indignati dovrebbero rivolgere le loro rimostranze verso la sinistra che sul tema dei diritti ha sempre creato divisioni, estromettendo dal dibattito chi avanzasse proposte differenti da quelle ultra-progressiste.

Già in passato Mengoni si era espresso in tono polemico sull'attualità: nelle scorse settimane, ad esempio, dalle pagine del Corriere si era scagliato contro le posizioni del governo e della maggioranza sui diritti Lgbt.

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