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"Dove c... eravate?". Saviano fa ancora la vittima

Commentando il caso Scurati, lo scrittore non riesce a non parlare di sé. "Come mai quando hanno fermato la mia trasmissione in Rai non c'è stata una particolare solidarietà?"

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Anche quando si discute di tutt'altro, Roberto Saviano non riesce proprio a non parlare di se stesso. Lo scrittore è forse convinto che le proprie vicissitudini siano in cima alle preoccupazioni degli italiani, dal momento che non perde occasione per menzionarle. Venerdì sera a Propaganda Live, il programma condotto su La7 dal videomaker Zoro, l'autore campano ha commentato il cosiddetto caso Scurati, brandito dalla sinistra come l'emblema di una presunta censura governativa (circostanza smentita peraltro dal premier Meloni). E che ha fatto? Ha usato l'episodio per parlare ancora una volta di sé.

Partendo dal mancato monologo sul 25 aprile, infatti, Saviano ha spostato l'attenzione sul proprio programma Insider, preparato per la Rai ma mai andato in onda. E così, come aveva fatto in passato, è tornato a lagnarsi, lamentando di aver ricevuto poca solidarietà per la soppressione del suo approfondimento televisivo. "Quando è successa questa cosa ad Antonio (Scurati, ndr), ho detto: 'Allora avete visto...'. Ma come mai, quando è stata fermata Insider, una trasmissione girata, montata, presentata ai palinsesti e poi chiusa, non c'è stata particolare solidarietà?", ha affermato.

"Antonio dice una cosa saggia quando dice: mi sono visto con un bersaglio addosso...", ha continuato l'autore di Gomorra. Poi l'ulteriore sfogo ego-riferito per le attenzioni ricevute da una parte della stampa, che esercitava il proprio diritto di critica. "Ma dove ca**o eravate quando a me e Michela Murgia ci pestavano ogni giorno?". Eppure, non è vero che nessuno solidarizzò con Roberto, che al contrario continua a godere dell'apprezzamento e del sostegno di importanti testate di area progressista e di conduttori tv di primo piano. Allo stesso scrittore, peraltro, non mancano e non sono mancate occasioni per ribadire pubblicamente il proprio pensiero e per sparare a zero contro il governo.

"Sono stato portato a processo da Meloni, da Salvini e da Sangiuliano", ha ancora lamentato Saviano su La7, omettendo però i motivi che hanno portato i citati personaggi a intraprendere azioni giudiziarie nei suoi confronti. E ancora: "Quando io mi presento in tribunale e per fortuna trovo i miei amici scrittori, sento che siamo pochi. Questo loro lo sanno. E nel momento in cui invece vedono una società civile compatta, è lì che arretrano".

Una cosa bisogna riconoscerla: al netto del vittimismo di fondo, Saviano ha una grande considerazione di sé.

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