"Le fate dalle gambe lunghe": quando l'Italia conobbe le gemelle Kessler in tv

Dalla Germania dell'est al piccolo schermo, per diventare oggetto di venerazione nazionale: "Ma le mogli non erano gelose dei loro uomini che ci ammiravano"

"Le fate dalle gambe lunghe": quando l'Italia conobbe le gemelle Kessler in tv
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L'infanzia tutt'altro che divertente a Nerchau, nella Germania dell'est, non suggeriva certo un futuro luccicante. Però Alice ed Ellen, che si riflettevano l'una nell'altra come uno specchio, avevano troppi sogni da sfregare per arrendersi subito. Fin da adolescenti sapevano ballare e cantare con disinvoltura, e poi erano bellissime: gambe chilometriche, pupille di un azzurrino magnetico, lineamenti seducenti e lunghi capelli biondi da sciogliere. I presupposti per fare quello che avevano in mente di fare c'erano tutti quanti.

L'infatuazione per la danza era nata già a 11 anni. Dopo un periodo di studio, appena maggiorenni, iniziarono ad esibirsi al Palladium di Düsseldorf, ma non potevano dirsi soddisfatte. Nella Germania dell'est avevano conosciuto la fame - mancavano nel quotidiano pure il pane, le arance o il latte - e non poteva essere quello il palcoscenico che le avrebbe portate lontano. Un paio di anni dopo se ne sarebbero andate in Francia, per esibirsi al Lido di Parigi. La tappa successiva - nel 1961, a ventitre anni - fu l'Italia.

E qui inizia ad annodarsi una vicenda che, presto, le avrebbe portate a diventare icone nazional popolari. Le Kessler cominciano a lavorare in teatro e al cinema, con Alberto Sordi, per poi approdare sul piccolo schermo, scuotendo d'un tratto le serate degli italiani radunati intorno ai fasci di luce proiettati dai tubi catodici. Il loro percorso da dive si stappa con la trasmissione Giardino d'inverno, dove la missione, per loro per nulla complessa, è quella di eseguire le coreografie pensate da Don Lurio. Il loro successo è talmente deflagrante che, pochi mesi dopo, la Rai decide di costruire un programma su misura, Studio Uno, all'interno del quale loro devono essere gli astri luminescenti.

"Eravamo le fate bionde dalle gambe lunghe", avrebbero dichiarato molto più tardi in un'intervista al Corriere, "e le mogli non erano gelose dei mariti che ci ammiravano". Dentro Studio Uno nascono coreografie e canzoni diventate poi patrimonio inscalfibile, come Da-da-un-pà e La notte è piccola. Successi musicali che verranno impressi poi in numerosi 45 giri, pubblicati fino al 1981, e che ancora oggi si trovano premuti tra i vinili di molte case italiane.

Furono, quelli del lungo periodo in Italia, anche anni di inevitabili conquiste amorose. Ma entrambe non si sono mai sposate, sempre preferendo la libertà assoluta alle responsabilità imposte dai legami di coppia.

E anche questo, forse, ha contribuito a soffiare sulla scintilla del sogno di molti italiani. Perché quelle due stanghe bionde e meravigliose, ormai così familiari e presenti nelle sere in cucina o in salotto, sembravano davvero le dive della porta accanto.

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