
I punti chiave
Si chiama fibermaxxing ed è l'ultima mania wellness: mangiare enormi quantità di fibre per migliorare la digestione, l'umore e persino la linea. Ma dietro al fenomeno virale da milioni di visualizzazioni, che sta spopolando sui social network tra Gen Z e Millennial, c'è davvero una rivoluzione alimentare o si tratta solo di un'altra moda pronta a sgonfiarsi nel giro di pochi mesi? La risposta l'hanno data i nutrizionisti, che invitano alla cautela.
Dove è nato il fenomeno
L'ultimo trend del momento giunge dagli Stati Uniti dove, da mesi, si è scatenata la moda di assumere fibre in quantità smodate. Su TikTok sono migliaia i video di ricette a base fibre proposte da influencer, creator e semplici utenti, dove l'assunzione di alimenti come frutta, verdura, cereali integrali, semi oleosi e legumi è portata all'eccesso. La parola "fibermaxxing" (o anche fibremaxxing), infatti, significa massimizzare le fibre, ovvero assumere fibre oltre massimo consigliato. Da sempre le linee guida sull'alimentazione raccomandano il consumo di più fibre per migliorare il benessere dell'organismo. Ma la semplice formula più fibre uguale più salute è stata portata all'estremo dal popolo dei social, trasformando una sana abitudine in un vero e proprio eccesso.
Il fabbisogno di fibre
La nutrizionista Valentina Galiazzo spiega che "le linee guida nelle donne adulte il fabbisogno di fibra è di 25 grammi al giorno, 30/35 negli uomini adulti. In terza età la quantità di fibra necessaria diminuisce, perché l'intestino non va sovraccaricato. Allo stesso modo, nei bambini, la quantità è inferiore rispetto agli adulti: per loro bastano tra i 10/20 grammi al giorno". Grazie alla regolare assunzione di fibre si hanno molti benefici come un senso di maggiore sazietà, il controllo glicemico, la riduzione del colesterolo Ldl, il benessere del microbiota intestinale e una migliore digestione. Ma superare la dose giornaliera consigliata, soprattutto per lunghi periodi, ha effetti controproducenti.
Quali rischi si corrono
"Un'alimentazione troppo ricca di fibre, specie in determinati casi, può esporci a rischi anche molto seri", chiarisce la nutrizionista: "L'apporto di fibra dovrebbe essere ridotto stabilmente o momentaneamente in casi come il morbo di Crohn, perché potrebbe irritare la mucosa già infiammata, ma anche in caso di diverticolite acuta o stenosi intestinale perché potrebbe aumentare il rischio di occlusione. Poi ci sono casi ancora più specifici, come quello dell'intestino irritabile in cui vanno evitati tutti i cosiddetti cibi 'fodmap' in cui rientrano solo determinati cibi contenenti fibre". In realtà la tendenza è esplosa in un paese, l'America, dove il consumo di fibre è bassissimo e dove l'obesità e le malattie legate alle carenze alimentari sono alle stelle.
"Gli Stati Uniti sono il Paese con il più basso consumo di frutta e verdura, e se usano così tanti integratori è proprio perché hanno bisogno di sopperire a queste mancanze", conclude Galiazzo. Occhio, dunque, a seguire mode provenienti da altri Paesi.