La gran gufata di Prodi, Dante islamofobo e Toti: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: come frigna Massimo Giannini, il programma di Avs e Ilaria Salis

La gran gufata di Prodi, Dante islamofobo e Toti: quindi, oggi...

- Sono due i passaggi fondamentali che emergono dai verbali dell’interrogatorio reso da Giovanni Toti di fronte ai pm di Genova. Forse tre. E riguardano sia la spiaggia di Punta dell’Olmo, sia la concessione del terminal Rinfuse, sia i supermercati Esselunga. Il governatore, anziché nascondersi dietro un dito, piagnucolando, rivendica il proprio “indirizzo politico”. Rivendica cioè il diritto del presidente di scegliere cosa sia utile alla Regione: se dare una spiaggia in concessione o mantenerla pubblica; se favorire l’apertura di nuovi punti vendita della grande distribuzione o restare con le solite cooperative varie; se adoperarsi per garantire il corretto funzionamento del porto o lasciare che la burocrazia blocchi tutto. Se un politico non si occupa di dare questi indirizzi politici, che lo votiamo a fare?

- Sapete qual è il programma politico del M5S per le elezioni? Esportare il reddito di cittadinanza pure a Bruxelles. Auguri ai nostri amici europei.

- Un sondaggio di Eurispes merita di essere analizzato con attenzione. I dati ci dicono che la maggioranza degli italiani è contraria all’utero in affitto, che trova il favore solo del 37,1%. Inoltre l’adozione per le coppie omosessuali è condivisa solo dal 54% degli elettori. Mentre la possibilità di autorizzare il cambiamento di sesso tramite auto-dichiarazione dell'interessato, anche senza certificazioni mediche, convince solo il 40,7%. Adesso sapete perché il libro di Vannacci ha venduto così tante copie.

- Romano Prodi si lancia in previsioni sulla prossima presidente della Commissione Europea: "Il voto segreto è il luogo vendetta ma al 50 per cento sarà ancora Ursula von der Leyen”. Che gufata: lui è uno che di franchi tiratori al voto segreto se ne intende, quindi fossi in Ursula toccherei ferro.

- Massimo Giannini si lamenta del fatto che lo abbiano tirato giù dal letto alle 4 del mattino per notificargli una querela per diffamazione. Fa bene a protestare, ovviamente: non si fa. Anzi: è proprio contro la legge. Ma cosa c’azzecchi “l’intimidazione della stampa” non è ben chiaro. Se davvero Giannini pensa che questo rientri in un disegno intimidatorio del governo contro di lui, credo abbia una eccessiva considerazione di se stesso.

- Titolo di Repubblica su Ilaria Salis: “La vittima (dei pestaggi, ndr) non la riconosce in aula”. E come volevate che la riconoscesse, visto che erano tutti bardati, che gli avevano sparato del peperoncino sugli occhi e lo stavano massacrando di botte?

- Giorgia Meloni fa notare un dettaglio interessante. Sostiene di aver visto il post sui social di una candidata grillina alle Europee che era a cena con Sigfrido Ranucci, corredata con la scritta “votate M5S”. Tutto legittimo, sia chiaro. Ma cosa sarebbe successo se al posto di Ranucci ci fosse stato un giornalista “di destra” della Rai al fianco di un candidato di FdI? Apriti cielo. "Io - ha detto Meloni - non chiederò mai le dimissioni di Ranucci, la stampa è libera anche di fare campagna elettorale ma non tollero due pesi e due misure…”. Sdeng.

- Sapete qual è il programma di Alleanza Verdi e Sinistra per le Europee? “Battere la destra”. L’ha confessato Nicola Fratoianni, convinto che questo possa bastare a convincere gli elettori a votare per loro. Ora, sarà stata una figura retorica eppure rivela il grande dramma della sinistra: da Berlusconi in poi, ha sempre pensato più ad “abbattere” il nemico, a distinguersi da lui, ad urlare al fascismo, che a proporre una visione del mondo differente e coerente coi propri valori. “Battere la destra di Salvini, di Sangiuliano, dell'ancora ministra Santanchè”, caro Fratoianni, non è “un grande programma politico”. Ma una banale battaglia di retroguardia che racconta l’inconsistenza di un progetto politico incapace di appassionare la gente.

- Detto, fatto. Adesso ai musulmani viene permesso anche di non studiare Dante Alighieri. Non ci credete? Male, perché è successo davvero a Treviso dove un professore ha concesso, su richiesta dei genitori, l’esenzione dalla Divina Commedia a due studenti islamici in quanto in contrasto con la loro religione. Ciao ciao Sommo Poeta, i due alunni studieranno solo Boccaccio. Ora, ricordate quando vi dicevamo che il perverso vizio italiano di inginocchiarsi alle più strampalate richieste in nome dell’inclusività avrebbe prodotto dei paradossi incredibili? Ecco. Abbiamo iniziato con l’eliminazione del presepe, siamo passati a chiamare il Natale “festa d’inverno”, per arrivare prima a chiudere una scuola per Ramdan e poi a trasformare, come a Torino, l’Università in moschea dove si inneggia alla jihad. E adesso siamo a Dante islamofobo.

Questo approccio da cancel culture fa sì che, anziché fornire una lettura critica del Sommo Poeta, che in effetti con Maometto c’era andato già duro, si preferisca cancellarla dal programma. Eliminare, anziché studiare. È il trionfo dell’inclusivismo che porta alla pazzia. Che poi, l’esenzione da Dante è un po’ come se i cristiani chiedessero di non studiare matematica, perché contiene i numeri arabi.

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