Quindi, oggi...

La gran trappola per Schlein, declino Ferragni e Amato: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: il caso della influencer, l'intervista al segretario dem e lo scontro tv

La gran trappola per Schlein, declino Ferragni e Amato: quindi, oggi...

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La gran trappola per Schlein, declino Ferragni e Amato: quindi, oggi...

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- Adesso però date un poco di pace a Chiara Ferragni. Voglio dire: vanno bene le uova, va bene il pandoro, ma non necessariamente ogni sua mossa è macchiata di chissà cosa. Non scadiamo nel giustizialismo anti Ferragnez che non serve: sanno benissimo farsi male da soli.

- Il declino di Chiara Ferragni comunque lo si vede da qui: i grandi giornali, che un tempo la osannavano anche quando si depilava l'ascella, adesso non le fanno passare liscio nulla. E vanno a ritroso per scoprire quante volte loro stessi sono stati beffati. L'influencer non ne esce bene, ma pure i giornali...

- Ho letto che qualcuno ha dubbi anche sulla donazione del cachet di Sanremo 2023. Però vi ricordo che per l’occasione, Ferragni fece una conferenza stampa con l’associazione a difesa delle donne. Non credo dunque che si sia intascata parte del ricavato o che altro. Ma è vero che qualcosa di rivedibile vi fu anche all’epoca e noi lo scrivemmo in tempi non sospetti. Ferragni nella sua carriera non era mai stata una gran “paladina” delle donne. All’improvviso, proprio per Sanremo, ecco la vocazione: la donazione, il vestito “sentiti libera”, la letterina a se stessa eccetera eccetera. Era un modo per farsi un nome oltre Instagram e c’è riuscita. Ma quella donazione avrebbe potuto farla in silenzio anche senza cachet di Sanremo.

- Giuliano Amato fa l’offeso e lascia la commissione sull’Intelligenza Artificiale? Primo: ancora mi chiedo come mai lo avessero nominato lì. Secondo: pensa davvero, Amato, di poter restare alla guida di una commissione di nomina governativa dopo aver ricoperto di insulti il governo e la destra in una intervista a Repubblica?

- L’unica cosa che merita della giornata è l’intervista a Elly Schlein. Vi regalo alcune cartoline. Primo: secondo il segretario del Pd, Meloni “rivela una distanza siderale dalle esigenze concrete delle persone”. Meloni? Cioè: questa ha vinto col 26% le elezioni, i sondaggi la danno al 29% e sarebbe “distante dalle esigenze concrete delle persone”? O Elly fa finta di non capire, e può darsi; oppure si spiega come mai non vincono manco le elezioni condominiali: non sanno leggere la realtà.

- Secondo Schlein, Salvini “deve riferire in aula” perché il caso Verdini rivela “un sistema di intermediazione tra manager pubblici e imprenditori che usavano la loro prossimità al ministro e a un sottosegretario della Lega”. E allora? Se io domani millanto di avere “prossimità” a Elly e lo spiffero al telefono, il segretario Pd dovrebbe dimettersi? La responsabilità penale, cara Schlein, è personale. Non va per vicinanza.

- Domanda ad Elly in merito al consigliere della Corte dei Conti che le suggeriva di far sputare sangue al governo mandando il paese in esercizio provvisorio. Rispostga: “Adesso ci sono io alla guida del Pd. E sulla Rai dico che Meloni sarà l’ultima premier a lottizzarla: bisogna intervenire con una riforma che dia indipendenza dai partiti”. Come, scusi? E su Degni? Sul magistrato della Corte dei Conti? Nulla. Zero risposta. E il giornalista ovviamente figuratevi se l’ha incalzata.

- Qualcuno sostiene che il dibattito Meloni-Schlein possa essere una investitura per la segreteria dem ed è vero. Lo sarà ai danni di Conte. Ma se io fosse Meloni e dovessi scegliere contro chi battagliare in tv, non avrei dubbi a scegliere Elly.

Perché dialetticamente meno preparata, perché non abituata alla pressione, perché non buca lo schermo. Mi domando: e se invece di una investitura fosse una trappola?

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