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Guardia medica e visita a domicilio, obbligatoria con sintomi gravi: cosa dice la Cassazione

La sentenza della Corte di Cassazione è chiara: in presenza di sintomi gravi riferiti dal paziente, il medico non può rifiutarsi di raggiungerlo a casa

Guardia medica e visita a domicilio, obbligatoria con sintomi gravi: cosa dice la Cassazione

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Complice anche il periodo segnato dal Covid, abbiamo assistito a una riduzione della visita del medico presso il domicilio del paziente. In caso di bisogno, i cittadini sono soliti recarsi di persona alla guardia medica, se non proprio al pronto soccorso del presidio ospedaliero presente nella loro zona. Una stentenza della Cassazione, tuttavia, riporta l'attenzione su una pratica, prima comune, molto importante: quella della visita a casa.

Il caso di Bologna e la sentenza

Recente un pronunciamento dei giudici di Piazza Cavour, che si sono espressi in merito a un caso avvenuto a Bologna. Nello specifico, una dottoressa della guardia medica aveva ricevuto la telefonata da parte di un paziente che riferiva forte bruciore allo sterno e dolore al braccio e alle dita delle mani. Si trattava senza alcun dubbio di una situazione di emergenza, tuttavia la dottoressa, invece di recarsi presso l'abitazione dell'uomo per accertarsi delle sue condizioni, aveva effettuato una diagnosi (priva di un controllo accurato) al telefono, riconducendo i sintomi a una gastroenterite.

Un errore clamoroso e, purtroppo, fatale. L'uomo infatti è morto a causa di un infarto. Al medico la responsabilità di non aver riconosciuto la gravità della situazione e di non essersi recato a casa del paziente per verificare di persona la situazione e i sintomi. A seguito della denuncia da parte dei familiari della vittima, la dottoressa, finita a processo, è stata assolta per il reato di omicidio colposo ma condannata per rifiuto di atti d'ufficio. Una sentenza che è stata confermata anche dai giudici della Cassazione.

La guardia medica è un servizio rivolto ai cittadini, che possono trovare operatori a cui rivolgersi quando il medico di base non è di turno. La visita presso il domicilio del paziente, quando questo riferisce sintomi gravi o invalidanti, deve essere sempre garantita. Questo hanno ribadito nella loro sentenza gli ermellini. La dottoressa è stata pertanto condannata a 4 mesi di reclusione oltre che all'interdizione dalla professione per lo stesso periodo di tempo.

Le visite a domicilio

La visita a domicilio continua a essere una realtà del servizio sanitario nazionale. Per alcuni si tratta di una risorsa irrinunciabile. I medici di base, nello specifico, possono effettuare visite a casa del paziente, programmandole o meno, quando questo ha problemi di spostamento oppure non riesce a deambulare per svariate ragioni. Stesso dicorso per tutti coloro che si trovano in strutture protette. Quando la richiesta di intervento arrivara dopo le ore 10.00, il medico è tenuto a effettuare la visita entro le ore 12:00 del giorno successivo.

Purtroppo la sanità italiana deve confrontarsi con un dato scoraggiante: quello della riduzione del numero di professionisti in campo. Ad oggi manca all'appello circa un 30% di medici, e circa 4 milioni di italiani non hanno un medico di famiglia a cui rivolgersi.

Entro il 2030 si prevede che 78mila professionisti andranno in pensione, dunque la ricerca di una soluzione è sempre più impellente.

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