I cappelli di stagnola, i russi e i complottismi occidentali

In Russia alcune insegnanti sono cascate nello scherzo di un noto pranker che ha fatto creder loro di doversi proteggere dai satelliti Nato. Ma non dimentichiamo i cospirazionisti nostrani

I cappelli di stagnola, i russi e i complottismi occidentali
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I complottismi sono diffusi in Occidente, figuriamoci in Russia, dove alcune insegnanti dell’Oblast’ di Voronež sono caduti vittima dello scherzo di un noto pranker, Vladislav Bokhan. Si sono messe quindi a preparare cappelli di carta stagnola per proteggersi dal satelliti della NATO, perché così avevano letto nella finta lettera di Boklah, che simulava una direttiva delle autorità russe. La foto delle insegnanti con il cappellino di stagnola ha fatto il giro del mondo, e il Italia ne ha parlato anche il canale YouTube Parabellum, di Mirko Campochiari, che vi consiglio sempre di seguire se volete sapere cosa succede nei fronti bellici attuali.

Ci andrei solo piano a prendere in giro le povere insegnanti russe con i loro ridicoli cappellini di carta stagnola, in un paese in cui l’informazione ufficiale è solo propaganda antioccidentale e non c’è libertà di informazione, quando da noi i cospirazionisti abbondano per conto loro. La lista è lunga e conosciuta, dai negazionisti del Covid, per cui i vaccini ci inoculerebbero un microchip, ai terrapiattisti, a quelli delle scie chimiche, a quelli che si «curano» con pillole omeopatiche (contenenti solo zucchero, però costano care) per combattere Big Pharma, perché secondo loro sono le medicine che ci fanno ammalare.

L’antioccidentalismo è diffusissimo in Occidente, sarà perché nel secolo scorso abbiamo avuto l’esplosione di una guerra mondiale nata da due grandi ideologie antioccidentali, il comunismo e il nazifascismo, tant’è che gli USA, a prescindere dai presidenti, democratici o repubblicani, sono sempre stati visti con poca simpatia sia all’estrema sinistra che all’estrema destra (hanno sconfitto il nazifascismo, e poi anche il comunismo, JFK o Reagan cambia poco).

In generale è una diffidenza verso la modernità, sono quelli che vanno in India e tornano cambiati (non cambiati abbastanza per restarsene in India, meglio la propria villa qui), sono quelli che guardano i video su YouTube per capire «quello che non ci dicono» (e te lo dicono su YouTube, fesso), sono quelli che ancora oggi non credono allo sbarco sulla Luna, sono quelli che come le insegnanti russe col cappellino di carta stagnola credono di essere sorvegliati, e te lo scrivono con il loro telefonino in un post su X o su Facebook, e su Instagram ogni giorno ti postano un selfie, qualsiasi cosa, anche quando cucinano, quando viaggiano, quando fanno la spesa.

Però si sentono sorvegliati, come se alla CIA fregasse qualcosa di loro, che già devono fare tanta fatica per avere il like di un amico. Insomma, a me le insegnanti russe fanno tenerezza, hanno avuto la sfortuna di nascere in Russia, qui hanno avuto la fortuna di nascere in Occidente e sono solo scemi, ma anche quella forse è una sfortuna.

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