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Gli incubi della Meloni, la lavatrice è patriarcale e Fedez: quindi, oggi…

Quindi, oggi...: le sparate di Non una di meno, il Papa scarica Zelensky e il Fisco amico

Gli incubi della Meloni, la lavatrice è patriarcale e Fedez: quindi, oggi…
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- Che Non una di meno sia più un minestrone di rivendicazioni di sinistra radicale che un movimento veramente femminista lo si era capito da tempo. Insulti a Giorgia Meloni durante i cortei per le donne (ma non è femmina pure lei?). Inni alla Palestina libera (ma che c’entra con l’8 marzo?). E l’invito a mettere in discussione “la riproduzione della bianchezza” (l’autore è Soumahoro?). L’evento più grave è avvenuto a Firenze, dove una ragazza - di sinistra, ma simpatizzante israeliana - è scesa in piazza per ricordare le donne stuprate da Hamas ma è stata cacciata a male parole dal corteo. Sorvoliamo. Ci spiegate però per quale stramaledetto motivo una donna - per celebrare la sua giornata - dovrebbe "fare una scelta green” e "non utilizzare gli elettrodomestici"? Sta scritto nell’appello di Non una di meno in cui invita a scioperare. Cosa diavolo c'entra la lavastoviglie col transfemminismo, i femminicidi, le libertà sessuali e i diritti delle signore? Che poi, a dirla tutta, se ci sono degli strumenti risultati rivoluzionari per la condizione della donna, ben più delle inutili proteste di Non una di meno, quelli sono sono proprio gli elettrodomestici: non credo vi siano molte massaie pronte a rimpiangere i piatti lavati a mano e le lenzuola strofinate nei lavatoi in riva a un fiume.

- Storica vittoria dell’Italia del rugby al Sei Nazioni. Giusto per riportarlo.

- Fedez ha tolto la foto della moglie dal suo profilo Instagram. Chi se ne frega? A dire il vero, interessa a molti. Perché possiamo pure fare gli snob, ma la verità è che qualsiasi cosa facciano quei due mezza Italia finisce con l'interessarsene, volenti o nolenti.

- Un tizio a Villasanta ha messo in atto una rapina mascherato da Mangiafuoco. Genio del male. Peccato (per lui) lo abbiano riconosciuto da un tatuaggio alla mano.

- La frase di Papa Francesco sull’Ucraina è oggettivamente clamorosa perché sposa a pieno le tesi “pacifiste” di chi invita da tempo Zelensky ad “alzare bandiera bianca”, a rinunciare alla Crimea, al Donbass e a sedersi al tavolo delle trattative. Che poi è quello che va ripetendo da qualche mese pure Vladimir Putin, convinto ormai di avere il coltello dalla parte del manico. “Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare - ha detto il Santo Padre - È più forte chi vede la situazione chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca”. Dubito che Zelensky darà ascolto al Vaticano e se gli ucraini non intendono cedere il loro territorio hanno tutto il diritto di continuare a combattere. La domanda è: per quanto tempo potrà andare avanti? E quanti morti ancora bisognerà attendere prima di ipotizzare che, tutto sommato, un armistizio sul Donbass potrebbe non essere questo disastro nazionale?

- Gli Houthi ritengono “inaccettabile” che la Marina italiana abbia fermato un loro attacco alla nostra nave militare. E per questo ci minacciano. Bella idea che hanno della guerra, questi: loro sparano e noi dovremmo stare a guardare. Ci pigliano per scemi?

- Notte prima degli esami per Giorgia Meloni. Mi sa che passerà una nottata agitata in attesa che aprano le urne in Abruzzo. Non tanto per il “peso” elettorale che ha la regione, tutto sommato non enorme, ma perché dopo aver perso la Sardegna (col suo candidato Truzzu), farsi scippare pure l’unico governatore FdI sarebbe un doppio colpo ravvicinato troppo grosso per non accusarlo. Avrebbe un doppio effetto, la sconfitta: far credere al campo largo di potercela fare davvero, spingendo così Conte e Schlein verso un abbraccio che, solo qualche giorno fa, sembrava impensabile; ma anche instillare nel centrodestra il dubbio di non essere poi così apprezzati nel Paese. Cagliari è stato il campanello d’allarme, che potrebbe fare da sveglia, ma cadere a L'Aquila sarebbe troppo. Santo patrono degli indecisi, pensaci tu.

- Nel 2023 l’Agenzia delle Entrate certifica un recupero “record” dell’evasione fiscale.

Di per sé non sarebbe una gran notizia ma c’è un motivo se Giorgia Meloni lo rivendica: perché per settimane, i giornali progressisti hanno aperto le loro edizioni parlando di governo amico degli evasori. I dati certificano: era una balla. Ma dubito che domani lo riporteranno.

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