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"Israele come l'Isis". Il folle comizio di Rubio

L'ex volto televisivo scende in piazza come attivista pro-Gaza. "Israele non esiste, è una colonia di insediamento", afferma. Poi le inaccettabili frasi riferite alla Shoah

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Sparito dagli schermi televisivi, chef Rubio (alias Gabriele Rubini) si è rilanciato come attivista pro-Gaza. Stamani l'ex volto della tv è apparso davanti ai cancelli del liceo Ripetta a Roma per tenere un comizio sulla situazione in Medio Oriente. L'occasione si è presto trasformata in un susseguirsi di pesanti affermazioni contro Israele. A invitare Rubio a parlare erano stati i movimenti studenteschi dell'istituto romano, ma a Rubini non era stato consentito di intervenire all'interno della scuola. Così, il sit-in si è svolto all'esterno.

Tra fumogeni e striscioni contro il "servilismo a Israele", Rubio ha arringato gli studenti con argomentazioni forti (per usare un eufemismo). "I palestinesi sono considerati subumani dalle persone suprematiste che occupano quella terra. Israele non esiste, è una colonia di insediamento. Non è uno Stato, non è una democrazia. È un regime di apartheid etnocratico e teocratico. Daesh è lo Stato Islamico. Nel 2018 la Knesset, il parlamento israeliano, ha decretato che Israele è uno Stato ebraico. Stessa mer*a, stessa roba. Bisogna dirlo", ha affermato lo chef. Trattandosi appunto di un comizio, a quelle parole non è corrisposto alcun contraddittorio.

L'ex chef della tv ha quindi ribadito la propria visione anti-israeliana. "Nella colonia sionista non esistono civili, esistono solo riservisti, persone che possono essere chiamate sempre a servire la morte, il genocidio, la pulizia etnica", ha affermato. Poi, davanti agli studenti radunatisi per ascoltarlo, Rubio ha sostenuto che "dire 'stop il genocidio' a Sanremo non basta, perché così stai frapponendo tra te la Palestina e il pubblico". Quindi, l'attacco alla politica nostrana: "Il Pd è un covo di sionisti, Fratelli d'Italia è un covo di sionisti, la Rai è un covo di sionisti...". Affermazioni che, per quanto strampalate, si commentano da sole.

Nelle scorse ore, Rubini era intervenuto al sit-in dei movimenti progressiti davanti alla Rai. E anche in quel caso non si era trattenuto. "Ci sono troppi pochi palestinesi in televisione. Devono parlare loro, non per interposta persona (...) Non bisogna descrivere le tragedie solo rapportandole a quelle degli ebrei, perché non sono in popolo eletto, non sono quelli che hanno subito la maestra di tutte le tragedie".

Perché poi, sotto sotto, più o meno esplicitamente, si arriva sempre lì: all'inaccettabile messa in discussione della Shoah.

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