L'altra vita di Pompei: dagli scavi emerge anche la stanza degli schiavi

Due semplici letti, comodini che custodivano prevalentemente oggetti da lavoro: ecco cosa è stato trovato nella stanza degli schiavi nella villa di Civita Giuliana

L'altra vita di Pompei: dagli scavi emerge anche la stanza degli schiavi
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Pompei continua a regalarci dei tesori. Ed ecco che, al fianco delle meravigliose domus aristocratiche, con affreschi e splendidi arredi, compaiono anche stralci della vita delle persone più umili, abituate ad andare avanti con poco. È quella che gli archeologi amano definire come "l'altra vita di Pompei". Un mondo completamente diverso dalla ricchezza che traspare in certi ambienti, ma non meno prezioso e importante dal punto di vista storico e culturale. Il disastro provocato dal Vesuvio nel 79 d.C. non ha nascosto solo i fasti aristocratici di un tempo, ma anche le tracce di una comunità, quella degli schiavi, abituata a sopravvivere nell'ombra.

La nuova scoperta alla villa di Civita Giuliana

Dagli strati di cenerite, a circa 600 metri dalle mura della città, è riemersa quella che a tutti gli effetti risulta essere una delle stanze riservate agli schiavi. Si tratta dell'ennesima sorpresa della famosa villa di Civita Giuliana, oggi tutelata dalla procura di Torre Annunziata e in costante opera di scavo. Nulla, della stanza assegnata agli schiavi, è stato alterato nel tempo. Secondo quanto riferiscono gli archeologi che vi stanno lavorando, sembra l'esatta immagine di com'era una volta. Ci sono delle umili brandine, usate come giacigli, e delle semplicissime credenze con al loro interno strumenti di lavoro, fra cui anfore, piccole ceste e alcuni vasi. Chi abitava in quella stanza non possedeva quasi nulla. Le credenze appaiono più come ripostigli che come mobili in cui conservare oggetti preziosi.

La tecnica dei calchi in gesso

Ad aiutare nella ricostruzione della stanza, la tecnica dei calchi in gesso. La materia organica, coperta dal materiale piroclastico e poi decomposta, lascia dei vuoti simili a impronte, che possono essere riempiti dal gesso. In questo modo, si risale alla forma originaria e ricomporre ciò che c'era una volta.

Differenze fra schiavi

Studiare il nuovo ambiente ha consentito di conoscere nuovi dettagli sulla vita di un tempo. "Quello che è emerso adesso fa pensare a una precisa gerarchia all'interno della servitù", ha dichiarato il direttore del parco di Pompei Gabriel Zuchtriegel a Il Messaggero. La gerarchia fra gli stessi schiavi emerge da piccoli dettagli, come il fatto che mentre uno dei due letti ha una struttura molto rudimentale ed è addirittura privo di materasso, l'altro appare molto più ben fatto e sulle spalliere ha delle decorazioni di colore rosso. "Quello che emerge qui è la struttura sociale della servitù che doveva impedire fughe e forme di resistenza, anche perché mancano tracce di grate, lucchetti e ceppi. Pare che il controllo avveniva principalmente tramite l'organizzazione interna della servitù, e non tramite barriere e vincoli fisici", ha aggiunto Zuchtriegel.

Non è fra l'altro la prima volta che la villa di Civita Giulianova mostra stralci di vite più umili.

Nel 2021, infatti, gli scavi portano alla scoperta di una prima stanza dedicata agli schiavi, probabilmente una coppia con un bambino. Non solo. All'interno di un'anfora furono rinvenuti anche due topolini, mentre in una brocca c'era quanto restava di un ratto.

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