"Magda, tu mi adori?": l'esasperante partenza di Furio sulla Fiat 131 Panorama

Nel 1981 usciva "Bianco, rosso e verdone": Furio Zoccano, funzionario statale pignolo, logorroico e pedante, non lasciava nulla al caso. Figurarsi un viaggio in macchina verso il seggio elettorale

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"Magda, per l'amor di Dio fermati". La voce, penetrante e insopportabile, è quella di un uomo avvolto in indumenti candidi, il capello sparato a spazzola, due grossi occhiali appoggiati sul naso. Ha appena rimbrottato sua moglie, la mansueta e sconfitta Magda Ghiglioni, per come sta riponendo i bagagli nell'auto, una Fiat 131 Panorama, l'incarnazione della vettura che trasporta l'italiano medio. Alle loro spalle ciondolano i figli, Anton Giulio e Anton Luca, in attesa di salire. Partono alle 7 e 30 in punto da Torino, destinazione seggio elettorale.

Furio Zoccano è senz'altro uno tra i personaggi più riusciti di "Bianco, rosso e verdone", film cult uscito nel 1981 e che racconta il viaggio on the road di tre singolari italiani che cercano di andare a votare. Gli altri due, l'ingenuo Mimmo e Pasquale Amitrano, sono surreali e meravigliosi. Furio però pare una spanna sopra. Magnetico nelle sue ossessioni. Frangitore di nervi seriale per la maniacale compulsività con cui affronta ogni questione. Anche quelle più minime, come una partenza in auto. Di mestiere fa il funzionario statale e riflette la precisione pretesa sul posto di lavoro in quelle movenze chirurgiche, nelle decisioni soppesate allo spasmo.

Il destriero di questo logorante soggetto e della sua famiglia, si diceva, è una Fiat 131. La macchina viene concepita un un periodo tutt'altro che gaudente per il paese: la crisi del Kippur riflette i suoi devastanti effetti sul prezzo del petrolio, l'inflazione vola alle stelle e, nel 1974, la Fiat si trova costretta ad abdicare ad ogni velleità concernente i modelli sportivi. I lavoratori scioperano, la classe media se la passa alquanto male, strafare non si può. E poi motori meno ruggenti consumano meno, che in tempi del genere è una manna. Ne esce dunque una giardinetta senza pretese, una tuttofare buona tanto per recarsi al lavoro, quanto per una scampagnata in famiglia.

La gamma comprende sia le versione normali che special, e propone motorizzazioni 1300 da 65 CV e 1600 da 75 CV, con possibilità di cambio a 5 marce o trasmissione automatica. Ampio lo spazio per i bagagli, come si intuisce dalle numerose valigie che Furio riesce a spingere dentro nella scena del film: è di 390 dm³. Se poi si va a ribaltare lo schienale del divano posteriore, la capacità di carico sale a 1300 dm³. La vettura, lanciata, tocca i 16o km/h. Per comprarla, all'epoca, servono circa 4 milioni e 600 mila lire.

Furio, dunque, sta per partire a bordo di questa simil station wagon, quando inizia ad avvitarsi in una serie di ampollosi e fracassanti dubbi. "Quando compi queste operazioni ogni cosa deve combaciare con l'altra come un mosaico, dev'essere come un puzzle", redarguisce la moglie indicando i bagagli, per poi sommergerla di domande. "Senti tesoro, il gas l'hai chiuso? La chiavetta l'hai portata in posizione orizzontale? Le persiane le hai sprangate? Perfetto. La sacca dei documenti l'hai presa? Codice fiscale, carta d'indentità, partita iva? Thermos latte? Thermors acqua e limone? Succhi di frutta?". E via, ancora, con una sequela di torrenziali richieste.

Magda, già distrutta prima ancora di salire in macchina, si limita ad annuire ed emette una serie di flebili "si".

Poi, baldanzoso e zelate lui, sull'orlo di una crisi di nervi lei, salgono. Sarà un lungo, lunghissimo viaggio. "Magda, tu mi adori? E allora lo vedi che la cosa è reciproca?".

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