"Meazza eroico, ma i tempi cambiano"

L'archistar Foster assicura: "Il nuovo stadio sarà fantastico. Ora nuove esigenze"

"Meazza eroico, ma i tempi cambiano"
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Il Meazza «è una struttura eroica, straordinaria, iconica, un simbolo potente» ma «tutti sappiamo che ha dei difetti e dei limiti. E il periodo storico in cui viviamo ci dice che, inevitabilmente, c'è bisogno di un nuovo stadio». E il nuovo San Siro sarà «fantastico». L'archistar britannico Norman Foster, incaricato da Milan e Inter di realizzare l'impianto da 71.500 posti - con il suo studio Foster+Partners e quello del progettista David Manica - comprende che il piano abbia scatenato dibattito e polemiche da parte dei milanesi che vorrebbero salvare il Meazza e «per questo bisognerà ascoltare un po' tutti», ma è ottimista. E d'altra parte lord Foster, 90 anni, nel suo (lungo) curriculum vanta tra gli altri il progetto del nuovo Wembley Stadium a Londra, nato dalle ceneri del vecchio stadio del 1923, completamente demolito e ricostruito nel 2007. Foster ha incontrato due giorni fa con Manica il sindaco Beppe Sala a Palazzo Marino e ieri ha partecipato all'evento «Next Design Perspectives 2025» promosso da Altagamma in Triennale, una conversazione con l'architetto e presidente della Fondazione Triennale Stefano Boeri. A margine, parla della nuova «sfida entusiasmante» a Milano, «un progetto fantastico - ribadisce -. Due squadre, due proprietari, la città, è un momento emozionante e molto positivo. Il progetto di design sta iniziando, siamo tutti molto ottimisti e coinvolti». A chi gli domanda se potessero convivere i due stadi risponde di condividere anche l'idea, e «il Meazza andrebbe rispettato. Forse il progetto, man mano che prenderà forma, potrà rispettare quell'eredità, potrà creare qualcosa di nuovo ma che allo stesso tempo conservi abbastanza di ciò che è stato, così da mantenere viva la memoria, quell'identità radicata nella storia che comincia nel 1926, attraversa gli anni '50, poi '80 e '90». Ribadisce che ci sono due squadre e il tutto «si muove anche all'interno di una dimensione politica. Quindi ognuno ha un forte interesse in gioco. E sopra ogni cosa ci sono i tifosi». Lo stadio «è come una città in miniatura: evolve, cambia, è dinamico. Perché i bisogni cambiano. I volumi cambiano. Ci sono più tifosi, le richieste sono diverse, la qualità della vita, il livello di ospitalità, tutti questi fattori cambiano nel tempo. É per questo che lo stadio di oggi è diverso da com'era negli anni '20». Foster aggiunge di non vedere «l'ora di tornare, nel tempo, e condividere il frutto del lavoro con tutte le persone coinvolte». É stato «ovviamente» nel vecchio San Siro, «una struttura eroica, quando ti trovi in campo e guardi verso le gradinate, ti rendi conto che è un'esperienza spettacolare». Ma i tempi cambiano, appunto. Durante la conversazione con Boeri Foster si espresso anche a favore del nucleare, criticando la Germania che sta «facendo marcia indietro per tornare al carbone. É inspiegabile. Gli amministratori dovrebbero prendere decisioni su dati veri e non distruggere ciò che c'e di buono nelle nuove tecnologie».

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mese. E arriva la quarta e ultima newco creata dai club per mettere a punto l'operazione: la Stadio San Siro Spa, a cui verrà affidata materialmente la proprietà e il compito di occuparsi della costruzione dell'impianto.

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