Giù la maschera

Meno male che Silvio c'è

Ha fatto la fortuna di tanti, se non di tutti; e adesso anche di Netflix

Meno male che Silvio c'è

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Meno male che Silvio c'è

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Ha fatto la fortuna di tanti, se non di tutti; e adesso anche di Netflix. Al terzo giorno di programmazione sulla piattaforma di streaming, la serie tv Il giovane Berlusconi è già la più vista in Italia. Non solo. Sembra che il film C'è anche domani, su Ennio Doris e Silvio Berlusconi, stia andando molto bene in sala. In più hanno annunciato che a giugno, a un anno dalla morte, Silvio Berlusconi avrà un francobollo commemorativo (esaudendo così il suo sogno, quello di essere leccato anche dai nemici) e persino Fedez è stato beccato con una sua foto

sulla cover del telefonino.

In qualche modo è come se il Cavaliere fosse tornato. Anche se in realtà non c'eravamo neanche accorti che se n'era andato.

Bene. Adesso che abbiamo capito che Berlusconi, depurato dal berlusconismo, non era poi così male (e soprattutto che se gli altri non fossero stati peggio, non avremmo avuto lui) finalmente si può dire. Le persone che lo sopportavano meno da vivo sono quelle a cui manca di più da morto.

Per il resto, odiato dalla sinistra tanto residuale nella vita reale quanto chiassosa in quella culturale,

Silvio rimane amatissimo da tutti gli altri. In fondo gli italiani - popolo che compete sempre e su tutto - dovevano per forza innamorarsi di chi non gareggiava mai se non con se stesso.

Meno male che Netflix c'è.

E che ci racconta vita e miracoli di uno di quei pochissimi uomini il cui passato produrrà futuro ancora a lungo.

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