
È scomparso a 78 anni Alberto Stabile, giornalista, inviato e profondo conoscitore del Medio Oriente. Nato a Trapani, si era laureato in giurisprudenza prima di intraprendere, nei primi anni Settanta, la carriera giornalistica come cronista del quotidiano L’Ora. Da lì era passato a la Repubblica, dove fu a lungo corrispondente da Beirut, diventando una delle voci italiane più autorevoli sulle guerre e le crisi che hanno attraversato la regione negli ultimi tre decenni.
Il libro
La sua esperienza sul campo si tradusse anche in un libro intenso e personale, Il giardino e la cenere, pubblicato da Sellerio. In quest’opera Stabile racconta il conflitto israelo-palestinese attraverso le storie e i volti incontrati all’American Colony Hotel, storico punto di ritrovo per giornalisti, fotoreporter e troupe televisive impegnate a documentare la complessa realtà mediorientale.
Ma il suo impegno non si è limitato alla cronaca. Stabile ha continuato a riflettere e scrivere sulle cause profonde del conflitto per l’Espresso, contribuendo con lucidità e competenza al dibattito pubblico.
Parallelamente, ha svolto anche un ruolo da operatore culturale, organizzando per alcuni anni cicli di incontri e spettacoli nell’isola di Favignana, a cui era profondamente legato.Con la sua morte, il giornalismo italiano perde una voce lucida, attenta e instancabile, una vera memoria vivente di un’area del mondo segnata da guerre, tensioni, ma anche da umanità e resistenza.