"No Meloni day". Odio rosso contro la premier: "Andremo sotto i palazzi del governo"

Dopo le manifestazioni violente pro-Pal, i collettivi universitari lanciano una giornata di mobilitazioni contro Meloni. A Roma è già braccio di ferro con le autorità

"No Meloni day". Odio rosso contro la premier: "Andremo sotto i palazzi del governo"
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Di nuovo in piazza per creare scompiglio. Stavolta con il deliberato obiettivo di attaccare il governo e in particolare il premier Giorgia Meloni. I soliti "bravi ragazzi" del mondo antagonista hanno già fissato la loro prossima mobilitazione diffusa, destinata cioè a interessare - almeno nelle intenzioni dei promotori - tutto il territorio nazionale. L'11 ottobre prossimo, i collettivi studenteschi saranno impegnati in una riedizione del "No Meloni Day", iniziativa già sperimentata lo scorso anno e trasformatasi ora in un appuntamento fisso nel calendario delle azioni di disturbo dell'ordine pubblico. Gli attivisti, infatti, non intendono limitarsi a esprimere un legittimo dissenso politico, ma puntano a portare la loro rabbia "sotto i palazzi del governo". Anche a costo di sfidare i divieti delle autorità.

"In tutta Italia, gli studenti scendono in piazza contro il governo Meloni e i suoi continui attacchi a istruzione, ambiente, diritto di manifestare, contro la sua complicità col genocidio in Palestina e Libano", recita il comunicato condiviso dall'Opposizione studentesca d'alternativa e dal collettivo Cambiare rotta. Nella convocazione dell'iniziativa gli universitari col pugno chiuso anticipano di voler protestare "contro i piani di riforma dell'università di questo governo, per il diritto allo studio, contro la complicità col genocidio e le politiche guerrafondaie e la stretta repressiva in atto". In realtà, nulla di nuovo sotto il sole: si tratta infatti delle solite istanze che il mondo antagonista promuove da decenni e utilizza come pretesto per una mobilitazione perpetua.

Nei desideri degli organizzatori, la manifestazione anti-Meloni dovrebbe interessare tutto il Paese. Anche se, al di fuori delle grandi città, queste roboanti proteste si riducono quasi sempre in cortei assai poco frequentati. Il discorso è invece ben diverso a Roma, dove la questura - secondo quanto riferito dagli stessi antagonisti - avrebbe già disposto un'autorizzazione solo parziale della manifestazione per motivi di ordine pubblico. Ovviamente gli universitari rossi parlano di "scempi repressivi", salvo poi avvalorare le preoccupazioni delle autorità con i loro comportamenti antidemocratici. Ne è un esempio concreto la recente manifestazione proPal di Torino, vietata dalla questura ma ugualmente effettuata dagli organizzatori. Come è finita? Con il lancio di petardi e con il ferimento di alcuni agenti di polizia.

È forse questo lo schema che gli attivisti intendono replicare durante il "No Meloni Day"? "La manifestazione si deve poter muovere e raggiungere il Miur, gli studenti devono poter portare la propria rabbia sotto i palazzi del governo ed essere ascoltati", hanno scritto i promotori sui social.

Intanto, il solo volantino che propaganda l'iniziativa dà l'idea di quali siano le intenzioni di fondo della mobilitazioni: la grafica riporta infatti il volto del presidente del consiglio coperto da una mano rosso sangue.

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