"Maggioranza Giorgia per la svolta europea: serve coraggio su green e migranti"

Il capodelegazione, Carlo Fidanza: "Contrasteremo la sinistra su rimpatri e Paesi sicuri"

"Maggioranza Giorgia per la svolta europea: serve coraggio su green e migranti"
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Carlo Fidanza, europarlamentare e capodelegazione di Fdi al Parlamento europeo, fotografa lo stato dell'intesa in Ue tra popolari, conservatori e sovranisti.

Onorevole, dai voti degli ultimi giorni emerge una maggioranza di centrodestra europea: è la conferma della cosiddetta "maggioranza Giorgia"?

"Avevamo promesso che avremmo lavorato per costruire una maggioranza di centrodestra, facendo da cerniera tra il Ppe e i gruppi alla destra, in particolare per modificare le follie green partorite nella scorsa legislatura. Giovedì abbiamo avuto la chiara dimostrazione che questo è l'unico modo per realizzare la tanto auspicata semplificazione, perché la sinistra è nemica delle imprese. È il modello Meloni, ovvero la maggioranza Giorgia replicata a livello europeo".

I voti recenti mostrano che il PPE sceglie il centrodestra: è un trend destinato a durare?

"Mi auguro se ne convincano. Mi sarei aspettato più coraggio dal Ppe sulla legge Clima che introduce un nuovo target di riduzione del 90% delle emissioni al 2040: un'altra mazzata per imprese e cittadini. Nonostante l'opposizione dei colleghi di Forza Italia e di altri popolari polacchi, francesi e spagnoli, gran parte del Ppe ha fatto da stampella alla sinistra indebolendo il testo negoziato con determinazione dal nostro governo. Non c'è più tempo da perdere, se vogliamo evitare la desertificazione industriale dell'Europa".

La maggioranza vista sulla due diligence può essere usata anche sui prossimi dossier immigrazione?

"È indispensabile. Arriveranno in aula provvedimenti fondamentali, come la lista europea dei Paesi sicuri e il regolamento rimpatri, sui quali la sinistra immigrazionista è contraria e l'unica maggioranza possibile sarà a destra".

Dopo i voti su ambiente e competitività, questa alleanza PPEECRPatrioti può guidare anche la revisione del Green Deal?

"È l'unica strada possibile, anche perché arriveranno altri voti decisivi. Il 10 dicembre la Commissione Ue presenterà la revisione del regolamento che mette al bando le auto diesel e benzina dal 2035. Noi ci battiamo da sempre contro la soluzione del tutto elettrico e per la neutralità tecnologica: i biocarburanti e tutte le tecnologie che riducono le emissioni devono essere accettate. Se vinceremo questa battaglia salveremo il motore a scoppio, le PMI dell'indotto e decine di migliaia di posti di lavoro".

Nei voti recenti l'Ungheria ha avuto un ruolo decisivo: come si inseriscono i rapporti con Orbán nella nuova maggioranza, soprattutto sul fronte Ucraina?

"Dobbiamo separare i piani. In primavera si voterà in Ungheria e Orbán verrà sfidato da un candidato centrista del Ppe. Ci auguriamo possa essere confermato perché l'Ungheria in Consiglio Ue sostiene spesso le posizioni italiane. Nel frattempo, però, in Parlamento bisogna avere la capacità di sommare i voti di partiti che a casa loro si detestano per provare a salvare l'Europa dal declino. Mentre sull'Ucraina la posizione ungherese non è la nostra, anche se bisogna tenere conto della posizione e della dipendenza energetica di Budapest dalla Russia".

Possiamo dire che i voti degli ultimi giorni segnano l'inizio di una linea più pragmatica e meno ideologica dell'Europa?

"È il nostro auspicio e il nostro obiettivo. Giorgia Meloni è l'unica leader vera, solida e credibile, è il faro di questa nuova Europa".

Gli agricoltori intanto minacciano proteste clamorose a Bruxelles contro i tagli dei fondi al settore.

"E hanno ragione! Tutto il mondo sta sostenendo l'agricoltura perché oggi la sicurezza alimentare è sicurezza nazionale, invece

l'Ue fa il contrario indebolendo i nostri produttori, mentre li lascia esposti a massicce importazioni extra-Ue senza la minima reciprocità di regole e standard. Continueremo a batterci contro queste scelte inaccettabili".

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