A dispetto dei miei 23 anni, leggendo la sua interessante rubrica mi sento tremendamente vecchio e fuori dal mondo. Ho già avuto modo di esprimere la mia idea sull’eterna insoddisfazione che alberga nelle coppie. Senza voler tirare in ballo la storia del pendolo tra il desiderio e la noia di schopenhaueriana memoria la gente dopo un po’ si stufa della moglie o marito o partner come fosse una camicia o un abito! Lo dimostra il successo delle app per vendere ciò che non ti piace più. E non mi riferisco alle relazioni in cui emergono attriti ma solo a quelle in cui uno stanca dell’altro. Per noia. E a me torna alla mente un’immagine che dimostra questa insoddisfazione. Tre oggetti che restano in commercio dopo vari decenni senza che siano apportate modifiche. Un ipotetico pay off potrebbe essere «quando qualcosa funziona non abbiamo bisogno di cambiare!».
William
Caro William, temo che uno dei problemi risieda nel fatto che oggi ci si annoia male. Un tempo suggerivano di lasciare che i bambini avessero del tempo vuoto per poterlo riempire di immaginazione. Perché in quel niente ci vedessero tutto ciò di cui potevano essere capaci. Oggi quel vuoto non si riempie di nulla. Lo “scrollo” del telefono è emblematico di questa carrellata di attimi priva di senso. Si diventa ossessivi su uno schermo, spasmodici nei confronti di un gesto, ma in realtà, nel mentre, non si sta cercando qualcosa capace di destare la nostra attenzione, esattamente il contrario: ci si sta scrollando di dosso l’interesse per qualsiasi cosa. E capirà bene, mio giovane amico, che se il cervello (proprio come qualunque altra fibra del nostro corpo) non riceve stimoli, alla lunga si atrofizza. Usa e getta è un concetto che permea ormai qualsiasi nostra attività. Dalle più “sacre”, tipo, in questo caso l’amore e il sesso, alle più profane, tipo, in questo caso tutte le altre. La pentola, il cappotto, il fidanzato, il telefono. Tutti sacrificabili all’ultimo modello in uscita, tutti colpevoli di annoiarci a morte in un solo batter d’ali perché ormai, noi tutti, abbiamo la capacità attentiva di una farfalla. Quello che ci hanno tolto colmandoci di ottenebrante superfluo è intollerabile.