Il presepe torna a essere un bersaglio. A Mori, in provincia di Trento, qualcuno ha rubato via la capanna che gli scout del paese esponevano ogni anno davanti alla chiesetta del Santissimo, cancellando di fatto il cuore dell’allestimento natalizio. A denunciare il furto è stato il gruppo Masci “Il gelso”. Su Facebook la coordinatrice Claudia Torbol non nasconde dolore e amarezza. "La capannina sul sagrato della chiesetta del Santissimo quest'anno non ci sarà. Siamo davvero amareggiati. La struttura, realizzata con legname recuperato da edifici della zona, veniva montata ogni anno e poi riposta nell’ex cantina sociale, luogo scelto per custodirla dopo le feste. Lì, martedì 2 dicembre, la scoperta: le grate delle finestre erano state smontate e della capanna non era rimasta traccia. "Abbiamo informato il sindaco e fatto qualche ricerca ma per la capannina non c’era più nulla da fare", ha spiegato Torbol.
Un gesto mirato? Il sospetto che qualcuno volesse colpire la tradizione
Tra i commenti online circola anche un’interpretazione più mirata: l’idea che il furto possa essere stato compiuto per colpire la tradizione cattolica del presepe. Un’ipotesi che nasce dalla sequenza di episodi registrati negli ultimi anni e dal fatto che proprio il presepe sembra essere diventato un simbolo preso di mira. Alcuni residenti, infatti, parlano apertamente di un atto fatto “per eliminare il presepe” o comunque per cancellare un riferimento identitario del paese.
Non è la prima volta
Il furto arriva, infatti, dopo tre anni consecutivi di danneggiamenti. Secondo quanto riportato da IlDolomit.it, nel 2024 ignoti avevano staccato le teste a diverse statuine, distruggendo buona parte dell’allestimento. Il ripetersi degli attacchi contribuisce a dare al gesto un significato più profondo per la comunità, che vede nel presepe non solo una decorazione, ma un elemento della propria continuità culturale.
I cittadini pronti ad aiutare per la ricostruzione
Il furto colpisce, poi, in modo particolare gli scout, protagonisti del lavoro manuale e dell’allestimento "Il gruppo ne è veramente dispiaciuto.
Purtroppo a Mori chi fa qualcosa di buono per la comunità ne paga le conseguenze, ha aggiunto su Facebook Claudia Torbol. La solidarietà, però, non è mancata: numerosi cittadini si sono fatti avanti per aiutare nella ricostruzione, fornendo materiali e supporto.