
Si avvicina a grandi passi il passaggio dall'ora legale all'ora solare (la notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre) con un'ora in più di sonno visto che le lancette, alle 3 di notte, dovranno essere spostate indietro di un'ora. A tenere banco ormai da anni e negli ultimi giorni è il dibattito sull'eventuale abolizione del doppio cambio d'orario e lasciarne uno per i 365 giorni dell'anno. Se è vero che adesso dormiremo un'ora in più e nel periodo primavera-estate abbiamo a disposizione più luce naturale, sono molteplici le criticità nello postare l'orario ogni sei mesi.
La richiesta della Spagna
A risollevare questo dibattito è stato l'altro ieri il premier spagnolo, Pedro Sanchez, che in un video pubblicato su X ha annunciato che Madrid avrebbe chiesto all'Unione Europea di abolire il cambio orario. "Cambiare l'ora due volte all'anno non ha più senso. Aiuta a malapena a risparmiare energia e ha un impatto negativo sulla salute e sulla vita delle persone. La Spagna ha avanzato la proposta nell'ambito del Consiglio Ue dell'Energia", ha dichiarato Sanchez senza però specificare se preferisca restare con l'ora legale o quella solare. Il nostro Paese, per adesso, non ha preso una posizione netta e definitiva: il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha detto di non essere nè favorevole, nè contrario.
Il pensiero degli europei
Una sola volta, nel 2018, ci fu una consultazione pubblica sul cambio d'ora con quasi cinque milioni di cittadini europei che si espressero in tal senso: all'epoca, ben l'84% disse di non voler più cambiare l'orario. "È un tema complesso perché occorre considerare diversi fattori, salute economia, prospettive di genere", ha dichiarato a LaPresse Paloma de Villota, professoressa di Economia presso l'Università Complutense di Madrid, che ha fatto parte del gruppo di esperti. Se è vero che si trovò un accordo sull'eliminazione del cambio d'ora "non fu chiaro per quale orario fosse più conveniente optare, se tenere l'ora legale o quella solare, e per questo si consigliò di aspettare ulteriori studi per effettuare una valutazione", ha aggiunto de Villota.
"Eliminare cambio d'ora"
Per quanto riguarda l'aspetto che ci interessa maggiormente, quello relativo alla nostra salute, sono numerosi gli studi sia sulla sonnolenza sia sulla cattiva qualità del sonno nei giorni immediatamente successivi al cambio d'orario. A essere maggiormente a rischio sono "soprattutto alcune categorie di persone che sono un po' più a rischio per conseguenze sulla salute, cioè le persone anziane e le persone che fanno lavori su turni che sono particolarmente vulnerabili a questi cambiamenti di orario", spiega all'agenzia di stampa Gianluca Ficca, direttore Laboratorio del Sonno Dipartimento di Psicologia dell’Università Vanvitelli. "In realtà il cambio da solare a legale è molto peggio. Quindi il problema non è tanto adesso - perché con questo cambio dormiamo un'ora di più e prendiamo più luce la mattina - ma è più accentuato nel cambio nel mese di marzo. Ad ogni modo - sottolinea - a fronte di un vantaggio probabilmente molto ridotto sul piano del risparmio energetico, forse sarebbe il caso di toglierlo, perché comunque ha conseguenze ben documentate sul piano della sonnolenza e del funzionamento cognitivo delle persone".
"Doppio cambio dannoso"
Ancora più grave quanto può avvenire nelle 24-48 ore dal cambio d'orario secondo la professoressa Annamaria Colao, ordinaria di Endocrinologia all’Università Federico II di Napoli. "Ci sono dati della letteratura che dimostrano un aumento degli incidenti stradali e degli incidenti cardiovascolari". Insomma, impatti gravi e altamente rischiosi: l'esperta spiega dettagliatamente cosa può avvenire nell'organismo di determinate categorie di persone.
"Questo vuol dire che anche soltanto lo spostamento di un'ora crea uno stress a livello fisico che, nelle persone più deboli, più fragili, magari quelle che già hanno superato i 60 anni o comunque che sono più giovani ma hanno sindrome metabolica, diabete, obesità ed altri cofattori per malattie cardiovascolari, può indurre nelle due giornate successive al cambio un aumento del rischio acuto cardiovascolare". Da qui la decisione inevitabile di "evitare il doppio spostamento annuale. Si dovrebbe decidere su un orario oppure su un altro".