«A Natale siamo tutti più buoni. È il prima e il dopo che mi preoccupa». L'ho letto in una vignetta di Snoopy e concordo pienamente. In questi giorni tutti sono attenti e preoccupati dei valori, dei valori più importanti, dei valori più alti che sono il colesterolo, i trigliceridi e la glicemia. In questo periodo sono stato molto in confessionale e ho condiviso varie fragilità, ma anche tanta sofferenza e molta più insofferenza. Il dono più grande però sono state le storie di vite preziose, luminose anche se faticose. Uno di questi incontri si è concluso con una domanda molto profonda che mi è stata posta. Una signora distinta, acculturata, fine, mi ha presentato alcune situazioni che le stavano a cuore soprattutto per la loro complessità. Dopo essermi confrontato sul senso della vita, sui dubbi della fede, sulla coraggiosità della speranza, sulla inevitabilità della fragilità, sulla ripetitività della peccaminosità, mi guarda intensamente e mi dice: «Non vorrei rubarle altro tempo, ma avrei da farle una domanda finale che mi interessa parecchio. Posso?». La situazione non è certo come quella di una decina di anni fa, quando a Natale c'era la coda fuori dal confessionale, con gente che sbuffava se appena ti dilungavi a dare l'assoluzione a qualcuno. Si innescava anche nel prete la preoccupazione per la tutela del penitente, perché quando qualcuno parlava un po' di più e prendeva tempo, qualcuno pensava maliziosamente: «Ma quanti peccati ha? Cosa ha combinato di grave per tenerla lunga?». Alla faccia della misericordia che si era in attesa di
celebrare, tanto poi anche questi giudizi entravano nel calderone dell'assoluzione al proprio turno. Tornando alla mia ospite, mi aspettavo un tema nuovo complicato che avrebbe avuto bisogno di altro tempo. Per regolarmi, ho spiato dalla porta per controllare che non ci fosse qualcuno ad attendere. Tutto libero. Allora mi preparo alla domanda e mi rispondo: «Prego, mi dica». «Di che segno è?». Spiazzato. Le ho risposto: «Sono del segno... della croce! Però forse quello che interessa a lei è il mio segno zodiacale: sono uno scorpione».
Lungo la giornata è risuonata in me la inaspettata domanda e mi ha fatto riflettere. Era un'inaccettabile miscuglio tra fede e superstizione oppure era la manifestazione di un desiderio profondo di senso, o una ricerca interiore di un oltre attraverso linguaggi diversi, o un'attesa di risposte facili agli enigmi complessi dell'esistenza? Quante persone in questi giorni stanno guardando le stelle per trovare dei messaggi negli oroscopi attendendo una «buona notizia» per questo nuovo 2026. Tutti dicono: «Non ci credo, però fammi sentire...». Ho fatto allora questa riflessione. La parola Vangelo viene dal greco «eu-anghelion» e significa proprio «buona notizia». Se è davvero un messaggio vivo, se davvero è parola divina che si fa storia umana come abbiamo ripetuto noi preti nelle liturgie natalizie, se è davvero pagina ispirata che ha qualcosa da dire sulla vita, allora perché non pescare un oroscopo dai testi sacri, tra le parole di Gesù? Ci provo. ARIETE. Non affannatevi, ogni giorno ha la sua pena. Il Padre sa di cosa avete bisogno prima che glielo chiediate. - TORO: «Sia il vostro parlare sì o no; il di più è frutto del male». - GEMELLI: «Non temete. Non abbiate paura. Non sia turbato il vostro cuore. Io sono con voi». - CANCRO: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto». - LEONE: «Quanto volete che gli altri facciano a voi, voi fatelo a loro». - VERGINE: «Guardate i fiori dei campi; se Dio rende così belli i fiori che appassiscono, a maggior ragione avrà cura di voi». - BILANCIA: «Togli prima la trave dal tuo occhio, poi potrai togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello». - PESCI: «Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto». - CAPRICORNO: «Guardatevi da chi sembra pecora, ma dentro è lupo rapace». - ACQUARIO: «La verità vi farà liberi». - SAGITTARIO: «Sapranno che siete miei testimoni da come vi amerete». - SCORPIONE: «Là dove è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore».
Anche un coraggioso tentativo di «oroscopizzare» il Vangelo - forse irriverente per qualcuno - può avere qualcosa di interpellante.
Comunque, che si tratti di zodiaco, di testi sacri o di post promettenti sui social, sono convinto che aveva ragione Bob Dylan quando osservava: «Se esprimi un desiderio è perché vedi una stella, se vedi una stella è perché stai guardando il cielo e se guardi il cielo è perché credi ancora in qualcosa».