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Panini gratis a vita in cambio del nome: la folle moda negli Usa

Una nota catena di fastfood americana lancia una campagna pubblicitaria decisamente inquietante. Fornirà panini a vita a chi deciderà di cambiare il proprio nome con quello del famoso marchio. E sono in molti disposti a farlo

Panini gratis a vita in cambio del nome: la folle moda negli Usa

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Negli scorsi giorni ho avuto modo di leggere un articolo che mi ha profondamente inquietato.
All'inizio ho pensato ( e sperato) fosse una bufala poi purtroppo mi sono resa conto che ciò che stavo leggendo era reale.
La grande catena di fastfood Subway ha ideato una campagna pubblicitaria senza precedenti e decisamente spregiudicata.
Denominata "Subway Name Change Challenge", l'iniziativa offre a chi si fosse deciso di partecipare la possibilità di vincere una fornitura a vita di panini imbottiti e sandwich a patto di cambiare legalmente il proprio nome di battesimo proprio in Subway, diventando letteralmente testimonial vivente di quei fast food.
La cosa che mi ha sconcertata è che a migliaia si sono accalcati nel candidarsi, nella speranza di essere sorteggiati e vincere questo ambito vitalizio.
Il proprio nome in cambio di panini imbottiti, per sempre.
Qualcosa che se non fosse al limite del grottesco ricorderete medistofelici patti di faustiana memoria.
Una trovata di marketing quella dei fast food, sia chiaro, assolutamente legale e sicuramente d'impatto e di successo, che sta portando moltissima notorietà al marchio.
Ognuno poi negli USA, la terra delle libertà, può disporre come vuole del proprio nome.
È il concetto, il messaggio sociale e i risultati di tale iniziativa pubblicitaria a generare in me inquietudine.
Forse non tutti si sono soffermati a pensarci e soppesare i suoi risvolti ma ci troviamo di fronte ad una forma di mercificazione dell'identità.
Il nome è il primo regalo che riceviamo dai nostri genitori una volta che veniamo al mondo.
Può piacere o non piacere ( e se non piace è sacrosanto il diritto di cambiarlo) ma è qualcosa di intrinsecamente legato alla nostra esistenza e all'appartenenza alla società.
Secondo la Bibbia Dio plasmò l'uomo, gli donò il soffio vitale e gli diede il nome di Adamo, come attestazione della sua creazione.
Per gli antichi egizi il dio della conoscenza Toth creò e diede un nome agli altri dei e proprio in esso risiedeva il potere divino.
Tra i latini vigeva l'antica massima "omen nomen", nel nome stesso vi è il presagio della vita di un uomo.
Fin dalla notte dei tempi il nome ha avuto per l'uomo una connotazione quasi sacrale, un elemento imprescindibile e fondamentale della sua esistenza e della sua crescita individuale e sociale.
Cosa può portare un essere umano a barattare una cosa così importante come il proprio nome con dei panini?
Le risposte sono diverse ma tutte terribili.
Può essere il bisogno, la fame, il dissesto economico. La povertà priva un uomo della libertà e lo può portare a scelte molto gravi e sofferte, come quella di rinunciare a come si chiama in cambio della tranquillità di riempirsi la pancia e sopravvivere.
È una forma di annichilimento dell'individuo che non si può tollerare e di cui siamo tutti responsabili, su cui non possiamo tacere.
Un'altra causa la si può trovare nel preoccupante diffondersi di un sentimento sociale, anzi di un non-sentimento, che porta allo svuotamento di significato e allo svilimento dell'importanza di concetti e valori, un effetto collaterale di una modernità condizionata da dinamiche commerciali e consumistiche troppo spesso senza freno e ritegno.
Il dottor Faust vendette l'anima in cambio della giovinezza.
Noi stiamo arrivando a vendere la nostra identità in cambio di cibo da fast food.
È importante soffermarsi a riflettere su quanto sta avvenendo.
Il mio nome è Maria Cristina, mi è stato donato da mia madre e me lo tengo ben stretto.


Non ha prezzo.

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