"I ministri qui a provocare". Saviano choc sulle contestazioni anti-Roccella

La contestazione al ministro Roccella? Per lo scrittore campano faceva parte della dialettica. "Ministri sono venuti a provocare...". Nessuna parola invece contro l'arroganza degli attivisti

"I ministri qui a provocare". Saviano choc sulle contestazioni anti-Roccella
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Tutto normale, per Roberto Saviano. Le contestazioni subite dal ministro Roccella al Salone del Libro di Torino? Secondo lo scrittore campano facevano parte della "dialettica". Che strano: a noi risulta che a parlare siano stati solo gli attivisti e non l'esponente di governo, costretta invece a starsene zitta nella vana attesa di poter esprimere il proprio pensiero. Più che dialettica, quella imposta alla relatrice di centrodestra ci è sembrata una prevaricazione violenta. Nella realtà alternativa osservata dall'autore di Gomorra, invece, a suscitare quelle contestazioni sarebbero stati i politici del governo andati a Torino per "provocare".

"In realtà questi ministri e politici sono venuti qui a provocare, non ribaltiamo la verità", ha affermato tutto convinto Saviano, anch'egli ospite al Salone torinese per presentare un proprio nuovo podcast. "Le parole di La Russa e Sangiuliano e le parole della ministra Roccella sono vere e proprie provocazioni e quindi la contestazione entra in questa dialettica", ha sostenuto lo scrittore campano, scagliandosi così indirettamente contro gli esponenti di governo invitati alla manifestazione letteraria. E una parolina contro l'arroganza dei contestatori? Macché.

Poi, interpellato sulla maternità surrogata - contro la quale Roccella si batte in prima linea - Roberto ha detto la propria. "Anche quello dell'utero in affitto è un tema che non va demonizzato ma regolamentato. Regolamentazione significa far rientrare nel diritto una pratica che, condivido, se non regolamentata, diventa esposta a una manipolazione criminale, esposta a contraddizioni importanti", ha affermato. E ancora, rivolgendosi agli esponenti di governo, ha attaccato: "Quindi la mia risposta è di smettere di provocare, che significa arrivare con una loro propaganda a far passare per pensiero, per opinione, quelle che sono vere e proprie aberrazioni".

In realtà, quelle che Saviano giudica come "provocazioni" o come "propaganda" sono invece legittime istanze che peraltro trovano espressione anche all'estero.

Le posizioni dello scrittore sono certo diverse da quelle del governo anche sull'utero in affitto: Roberto chiede di regolamentarlo, che però significherebbe anche riconoscerlo come legittimo (o quantomeno possibile). Per la maggioranza, invece, la pratica andrebbe evitata in toto. Da qui la richiesta di rendere la surrogazione di maternità reato universale.

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