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Telemarketing selvaggio, flop del registro delle opposizioni. Servono multe

La risposta del Garante della privacy alle lamentele degli utenti insoddisfatti

Telemarketing selvaggio, flop del registro delle opposizioni. Servono multe

Il Registro pubblico delle opposizioni non ha funzionato. Le chiamate di telemarketing non volute diminuiscono, ma non scompaiono del tutto, e gli utenti sono infuriati. Iscriversi all'elenco del servizio messo a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico, in sostanza, risolve il problema per un po' di tempo. Poi le telefonate moleste riprendono, con sempre maggior vigore. Ma perché succede questo?

Come i call center aggirano il blocco

A distanza di sei mesi dalla sua inaugurazione, il Registro pubblico delle opposizioni sembra essere un mezzo flop. Anche le iscrizioni, del resto, sono scarse. Solo 3,9 milioni di utenti su un potenziale bacino di 98 milioni, anche a causa della poca informazione. Chi si è avvalso del servizio, riferisce che nel primo periodo, dopo la registrazione, le telefonate diminuiscono drasticamente. Poi, di punto in bianco, riprendono. Le chiamate selvagge, infatti, dipendono dal fenomeno del telemarketing illegale. Il Registro pubblico delle opposizioni, purtroppo, può agire sulla condotta delle imprese legali a esso iscritte, ma nulla può fare contro le altre, che sfuggono al suo controllo.

"La difesa possibile contro il telemarketing illegale si incardina quindi sulla doppia azione del Codice di Condotta e della Certificazione delle competenze, e si sviluppa sull'individuazione degli strumenti più idonei a contrastare le singole pratiche illegali, come il Golden Number, le soluzioni anti spoofing e gli smart-contract, già proposti a più riprese", ha dichiarato Lelio Borgherese, presidente dell'Associazione nazionale dei Business Process Outsourcer, come dichiarato a Today.

Il Garante: eliminare il nominativo dalle liste

Più di 20mila segnalazioni sono state inoltrate al Garante della privacy da parte di utenti scontenti del servizio, che spiegano come l'iscrizione all'elenco sia servita poco o nulla. Il Garante si è dunque espresso, stabilendo che "se l’utente dice 'no' alla telefonata commerciale indesiderata, il call center o la società che lo ha contattato deve annotare subito la sua volontà e cancellare il nominativo dalle liste per il telemarketing".

"L'opposizione espressa nel corso della telefonata non deve essere confermata con email o altre modalità, come invece viene spesso richiesto di fare da parte degli operatori, ed è valida anche per le campagne promozionali future", ha aggiunto il Garante. Si tratta di un passo avanti, che purtroppo, però, non può essere considerato come una soluzione definitiva. Il problema, come spiegato a Tiscali da Mauro Antonelli del Centro studi dell'Unione Nazionale Consumatori, è che a essere moleste sono quelle società che mettono in campo comportamenti illeciti.

La necessità di sanzioni

"Su 4.070 iscritti al Registro che hanno risposto alle nostre domande, il 23,5% dichiara che le chiamate non richieste sono addirittura aumentate, contro il 7,6% registrato in una precedente inchiesta di novembre", ha riportato Antonelli. "Ancora è emerso che il 36,6% dichiara di non aver notato differenze rispetto a prima dell'iscrizione, mentre il 39,9 per cento degli iscritti al Registro contattati sostiene che la situazione sia migliorata", ha aggiunto.

Per vincere la battaglia contro il telemarketing illegale l'unica arma possibile pare essere quella di applicare delle sanzioni che siano superiori al guadagno illecito.

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