Il ritorno di Mario Draghi, suicidio Cervinia e Turetta: quindi, oggi...

Quindi, oggi....: Delmastro non si dimetta, "Roma città di serie B" e i proiettili di Zelensky

Il premier Mario Draghi durante il suo discorso all'Onu
Il premier Mario Draghi durante il suo discorso all'Onu

- È una giornata di quelle in cui non c’è niente di meglio di cui parlare delle poche notizie che si sono susseguite. La prima riguarda il caso Giulia: i genitori di Filippo Turetta hanno deciso di non andarlo a trovare in carcere dopo le dichiarazioni spontanee rese domani. Impossibile capire il perché. L’unica cosa certa è che non augurerei neppure al mio peggior nemico di trovarsi nella situazione di Nicola e della moglie: essere convinti di aver cresciuto un figlio sano, forte e rispettoso e trovarsi a dover convivere tutta la vita con un assassino.

- Siamo tutti fan, grandissimi fan, di Francesco Guccini. La sua musica è poesia pure per chi, incluso chi scrive, non lancerebbe la locomotiva contro il potere costituito. Epperò non si capisce perché un artista colto come lui debba scadere nel classico cliché tipico di una certa parte politica secondo cui la “destra”, dopo essere stata per decenni a guardare, adesso si starebbe “impadronendo della cultura” che “non è mai stato il loro settore”. Si può dire che una dichiarazione così puzza un po’ di classismo?

- Guarda tu il caso: tutta Italia è oggi accusata di patriarcato ma l’unica famiglia a non esserlo mai stata è quella di Guccini dove “le donne avevano potere gestionale”. Guarda tu che botta di c…

- Secondo il tribunale europeo la forma della Vespa è riconoscibile in tutta l’Unione Europea e dunque non può essere copiata dai cinesi. Potere ai vespisti.

- Notizia curiosa. Gran parte dei giornali online nella diretta della guerra in Palestina ha riportato la notizia secondo cui un palestinese alla guida di un trattore avrebbe tentato di sfondare un posto di blocco in Cisgiordania. Peccato che un paio d’ore dopo l’Ansa abbia pregato di annullare la notizia “perché trasmessa per errore”. Mistero.

- Secondo Mario Draghi, per l'Ue è "un momento critico", "il modello di crescita si è dissolto" e quindi "bisogna reinventarsi un modo di crescere, ma per fare questo occorre diventare Stato". Si tratta della seconda intervista che l'ex premier rilascia, dopo quella di alcuni giorni fa in cui Supermario invitava l'Ue a "non fare compromessi sui suoi valori". Per essere uno non interessato "a incarichi in Italia o all'estero" e impegnato a "fare il nonno", sono due uscite di un certo peso. Non è che l'ex banchiere ci sta ripensando e punta ad un posticino nella prossima Europa che verrà?

- L’Onu è preoccupata per gli accordi che i Paesi Ue, in prima linea l’Italia, vogliono fare con Stati terzi (vedo il patto con l’Albania). Per la Nazioni Unite “la tendenza preoccupante di esternalizzare le procedure di asilo mandando i migranti in Paesi terzi non fa che alimentare i timori per i diritti dell’uomo”. Ma perché? Mi scusi, Alto Commissario Volker Turk, ma se portiamo gli immigrati a Tirana, li trattiamo con tutti i riguardi, verifichiamo le loro domande di asilo e, in caso di esito positivo, li riportiamo in Italia, dove sarebbe il problema? Semmai potremmo affermare che rispetto all’ipotesi di “porti chiusi” o “blocco navale”, promessi in campagna elettorale, si sta facendo qualcosa di molto meno drastico. No?

- Mi sono visto in differita l’evento di ieri alle porte di Parigi dove si è decisa la prossima sede dell’Expo2030. L’Italia aveva candidato Roma e, come sapete, ha vinto Riad. Ma a sorprendere è la pochezza comunicativa della presentazione italiana. Non tanto il video iniziale o il messaggio di Giorgia Meloni, quanto i testimonial sul palco: mentre l’Arabia Saudita si presentava con un filmato di Cristiano Ronaldo, ambasciatore sportivo riconosciuto a livello planetario, noi abbiamo spedito Bebe Vio, Sabrina Impacciatore e Trudie Styler, moglie di Sting. Bravissime eh, ma non al livello di CR7. Senza contare che mentre Riad presentava i piani concreti dei suoi investimenti per l’evento, noi facevamo leggere alla povera Impacciatore una poesia di Erri De Luca. Erri De Luca. Il testo suona più o meno così: “Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord/ qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato”. Il vento. Il bucato. E pensavamo davvero di vincere?

- State a sentire anche la presidente dell’associazione delle donne imprenditrici del Lazio: “È inutile stupirsi, Roma è diventata una capitale di serie B. O Roma inizia ad essere una capitale europea moderna oppure è destinata ad altre figuracce. Pesa l'assenza di programmazione e prospettive future". Per la precisione, dice Theodoli Pallini, ”Roma deve crescere, deve misurarsi sul futuro, le sfide ormai si giocano su innovazione, nuove tecnologie, ricerca. Per recuperare un'immagine vincente occorrono servizi che funzionano, infrastrutture moderne ed efficienti. Mancanze che come imprenditrici tocchiamo con mano quotidianamente. Per centrare le sfide future non si può fare solo riferimento al passato, alla Roma di Cesare, adesso serve un rilancio che guardi al futuro. Motivo questo per cui certe competizioni vengono vinte da Paesi che non hanno grande storia ma solide basi nel presente e stimolanti programmazioni future. Chi amministra Roma e chi governa il Paese deve capire che le competizioni si vincono sui progetti, sulla qualità, sulle idee”. Non avrei saputo spiegarlo meglio di così.

- Delmastro rinviato a giudizio nonostante la richiesta di archiviazione da parte del pm. Non mi sorprende più di tanto. Ma una cosa è certa: la destra faccia un passo in avanti e, diversamente da quanto richiesto in passato agli avversari, non osi far dimettere Delmastro. Non perché sia bravo o simpatico. Ma perché la politica deve smetterla di chiedere le dimissioni alle prime indagini. O lascerà sempre troppo potere nelle mani della magistratura.

- Tutti gli ex presidente della Consulta bocciano la riforma del premierato. Marta Cartabia, eletta dal centrosinistra. Gustavo Zagrebelsky, manco a dirlo. Ugo De Siervo, eletto su indicazione del centrosinistra. Gaetano Silvestri, già candidato per il Pci. E vi sorprendete?

- Secondo il WSJ, l’Ue avrebbe promesso a Zelensky qualcosa come un milione di munizioni entro marzo ma non sarebbe in grado di consegnarle. A confermarlo è il ministro della Difesa di Berlino. Non solo perché non ne abbiamo la capacità produttiva, ma anche perché i Paesi Nato hanno bisogno di ricostituire le scorte fatte fuori nel corso dell’anno scorso. Secondo l’IISS, in caso di guerra il Regno Unito finirebbe i proiettili in otto giorni mentre la Germania non andrebbe oltre qualche ora di conflitto. Non bene.

- Non si capisce bene per quale motivo Cervinia abbia deciso di cambiare nome, se per opposizione

al retaggio fascista o che altro. Quel che è certo è che si tratta di una mossa suicida: decenni impiegati a creare un marchio intorno al proprio nome e cinque minuti per distruggere tutto. Non mi pare un colpo di genio.

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