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"Stonehenge costruito dai neri". L'assurda teoria in un libro inglese per bambini

L'autore del volume propone una ricostruzione fantasiosa della storia della Gran Bretagna, in cui popolazioni di carnagione scura avrebbero abitato per migliaia di anni

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"Ogni singolo inglese discende da un migrante e i britanni sono stati i primi neri". Questa è solo una delle tante riscritture fantasiose presenti nel libro Brilliant Black British History, dell'autore inglese di origini nigeriane Atinuke. L'opera illustrata, pubblicata da Bloomsbury e pubblicizzata dall'associazione di beneficienza "The Book Trust", si propone come un volume di storia per bambini dai sette anni in sù.

Fin dalle prime pagine, risulta evidente l'assurdità delle tesi proposte dallo scrittore. Nell'introduzione, infatti, si afferma che "l'Inghilterra è stato un Paese abitato da neri per ben 7mila anni prima dell'arrivo delle popolazioni bianche e in quel periodo è stato costruito il più famoso monumento britannico: Stonehenge". Nei capitoli successivi, Atinuke espone in ordine cronologico la storia degli abitanti di carnagione scura in Gran Bretagna, partendo da Cheddar Man, i cui resti sono i più antichi mai ritrovati nelle isole e descritto dall'autore come "più scuro di così non si può". Peccato che ricerche molto recenti abbiano stabilito che la carnagione dei primi abitanti dell'Inghilterra fosse pallida.

Si passa poi all'epoca romana, con tanto di illustrazione di un legionario nero che affronta un guerriero celtico bianco. Anche in questo caso, l'autore propone la sua ricostruzione inusuale degli eventi: l'impero avrebbe deciso di spingersi a nord e conquistare l'Inghilterra dopo aver fallito nella sottomissione del regno di Nubia, un territorio a sud dell'Egitto. Ovviamente, Atinuke decide di ignorare il fatto che la pace tra Roma e lo Stato africano sia stata siglata durante l'epoca di Augusto, che ha regnato fino al 14 d.C., e che i romani hanno attraversato il canale della Manica solo nel 43 d.C.

Anche l'epoca medievale non viene risparmiata dal revisionismo dello scrittore nigeriano, che descrive l'Inghilterra di quel periodo come "un miscuglio di popoli diversi: i primi migranti britannici, celti, romani, britanni, anglosassoni, vichinghi, africani e normanni. Questi parlavano una lingua mista: l'inglese". Nessuna menzione o descrizione della migrazione degli angli e dei sassoni durante il tardo antico, nessun riferimento all'invasione normanna del 1066 o alla loro profonda influenza sulla nascita della lingua inglese.

Nel periodo dei Tudor e degli Stuart, invece, una popolazione di neri musulmani non meglio specificata sarebbe arrivata in massa nelle isole, portando nuove conoscenze nel campo della tessitura, della medicina, della matematica e della navigazione. Black Britannia rules the waves, dunque, almeno fino alla fine della Seconda guerra mondiale, quando il governo di Sua Maestà, secondo Atinuke, avrebbe chiesto alle popolazioni delle colonie di migrare in massa in Gran Bretagna per aiutare nella ricostruzione.

La pubblicazione di questo capolavoro dell'assurdo ha immediatamente scatenato la polemica di storici e ricercatori del settore. La preoccupazione condivisa da molti studiosi è che i bambini potrebbero crescere "leggendo disinformazione". "Sembra tipico della wokedom che sta colonizzando le nostre scuole e università", commenta il dottor Zareer Masani, docente ad Oxford e membro della Royal Historical Society. "È la prova del lavaggio del cervello dei bambini con bugie, confusione e disinformazione". Particolarmente dure anche le parole di David Abulafia, storico e professore emerito dell'università di Cambridge: "I nazisti sostenevano che le conquiste culturali del nord erano opera di gente bionda e dalla pelle chiara. Fare del colore della pelle un criterio per giudicare grandi opere come Stonehenge non è quindi un'idea nuova. È anche una sciocchezza.

Diventa interessante solo se la loro pelle era blu o verde".

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