Doppio trapianto salva bimba di sei mesi: è il primo caso in Italia

Intervento record alla Città della Salute e della Scienza di Torino su una bambina di appena sei mesi a cui la mamma ha donato una parte del suo fegato

Doppio trapianto salva bimba di sei mesi: è il primo caso in Italia
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Un intervento straordinario ha salvato la vita a una neonata di sei mesi alla Città della Salute di Torino. La piccola era affetta da una rara malformazione delle vie biliari e le sue condizioni erano gravemente compromesse. Per darle una possibilità concreta di sopravvivenza, i medici hanno realizzato un complesso trapianto epatico, utilizzando una porzione di fegato donata dalla madre.

Ma non solo: per ripristinare la funzionalità della vena porta – fondamentale per il flusso sanguigno verso il fegato – i chirurghi hanno eseguito anche un autotrapianto, prelevando la vena giugulare dal collo della bimba e impiantandola al posto di quella malata.

L'intervento

L’intervento, che si è protratto per ben tredici ore, è stato portato a termine con successo dall’équipe del professor Renato Romagnoli, e rappresenta un unicum nel suo genere. La mamma, donatrice vivente, è stata dimessa in buone condizioni dopo sei giorni, mentre la bambina – grazie a un’ottima risposta del nuovo fegato – ha già potuto iniziare la delicata fase di riabilitazione alimentare.

La malformazione

Nata alla fine di dicembre, pochi mesi dopo – ad aprile – una grave emergenza clinica ha portato una neonata al Pronto Soccorso dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. La bambina presentava un quadro di scompenso epatico avanzato, accompagnato da un marcato ittero e presenza di liquido nell’addome. Le sue condizioni sono apparse da subito critiche e, sotto la supervisione del dottor Pierluigi Calvo e del team di gastroenterologia pediatrica, è stata immediatamente ricoverata.

Il peggioramento della funzionalità epatica era tale da rendere impossibile qualsiasi tipo di intervento riparativo. L’unica opzione terapeutica è stata il trapianto di fegato. Inserita nella lista pediatrica nazionale, la piccola però non ha ricevuto offerte compatibili in tempo utile: il deterioramento del fegato è continuato rapidamente, fino a causare una forma di insufficienza epatica terminale, che non lasciava margini di sopravvivenza nemmeno a breve termine.

Il trapianto da parte della mamma

In un momento di disperazione e senza alternative concrete, è stata la madre – una donna di 32 anni – a farsi avanti con un gesto di straordinario coraggio: ha offerto parte del proprio fegato per tentare di salvare la vita della sua bambina. Mamma e figlia sono state quindi affidate alle cure degli specialisti dell’ospedale Molinette di Torino.

Dopo aver superato con esito positivo tutti gli accertamenti clinici previsti per la donazione da vivente e ottenute le autorizzazioni necessarie dal Tribunale di Torino e dal Centro Nazionale Trapianti di Roma – grazie al coordinamento del Centro Regionale Trapianti diretto dal dottor Federico Genzano – si è potuto procedere con l’intervento.

L’operazione si è svolta due settimane fa presso il Centro Trapianto Fegato delle Molinette e ha richiesto un’imponente macchina organizzativa: ben 13 ore in sala operatoria, con il coinvolgimento a rotazione di un’équipe di infermieri e operatori sanitari specializzati,

supportati dai Laboratori analisi e dalla Banca del sangue per tutte le necessità intraoperatorie. Il decorso postoperatorio è stato regolare sia per la madre che per la bambina, entrambe ora in fase di recupero.

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