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"Bisogna sapere quando rinunciare". Riccardo Bergamini rientra in Italia: la sua scalata fermata dal meteo avverso

Non ce l'ha fatta a raggiungere la vetta Khan Tengri, come aveva anticipato a IlGiornale, l'alpinista lucchese Riccardo Bergamini. Condizioni meterologiche pessime e la morte di un altro scalatore, hanno fermato la sua salita

"Bisogna sapere quando rinunciare". Riccardo Bergamini rientra in Italia: la sua scalata fermata dal meteo avverso
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Lo avevamo sentito prima della partenza, quando l'alpinista Riccardo Bergamini aveva raccontato a IlGiornale l'emozione e anche le incognite che avrebbe dovuto affrontare nel raggiungere la vetta del monte Khan Tengri a 7000 metri d'altezza. Un'impresa non facile soprattutto per le incognite che poteva rappresentare il clima.

La sua avventura

Ora Bergamini è tornato in Italia e con un pizzico d'amarezza ma con tanta esperienza e ancora più rispetto per la montagna, racconta di non essere riuscito a raggiungere la vetta: “Si parte sempre con l’ambizione di arrivare in vetta e di realizzare l’impresa – commenta – Ma il bello dell’alpinismo è proprio il non sapere di riuscirci anche se sei preparato fisicamente e mentalmente. Siamo piccole formiche di fronte a queste enormi cattedrali naturali ed è la montagna che ti permette di salire. Essere umili e saper prendere la decisione di rinunciare è una dote che ogni alpinista deve avere”.

L’alpinista lucchese era partito lo scorso 19 luglio per l'ambiziosa scalata, su una montagna che spiega "difficilmente si concede considerando anche le complesse condizioni meteo". Raggiunto il Kirghizstan, si è unito ad un gruppo di alpinisti russi per compiere insieme la scalata.

La prima fase

All'inizio c'è stata quella che in gergo viene definita "fase di acclimatazione" dove il gruppo ha scalato il Peak Chapayev North, una montagna alta 6150 metri. Dopo la discesa, qualche giorno di riposo al campo base e poi l'inizio dell'ascesa verso la vetta del Khan Tengri.

Le avverse condizioni meteo

Sfortunatamente, a causa del fortissimo vento e di condizioni meteorologiche pessime, si è conclusa a circa 6800 metri d’altitudine e non è stato possibile raggiungere la vetta di 7010 metri. Un alpinista russo, che faceva parte del gruppo, è purtroppo decedute travolto da una valanga e a nulla sono serviti i soccorsi.

Una cosa davvero molto triste e dolorosa che può però accadere quando le imprese si fanno estreme.

Una dimostrazione in più, di quello che Bergamini aveva raccontato prima della partenza, quella di avere grande rispetto per la montagna anche se si è grandi esperti. Un insegnamento questo che l'alpinista da sempre ha fatto suo.

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