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Tradizioni di Natale dimenticate: riti e usanze che stanno scomparendo

Dai presepi artigianali agli zampognari, dai riti del fuoco alle antiche figure del folklore alpino, molte tradizioni natalizie stanno lentamente scomparendo. Un viaggio tra usanze dimenticate che raccontano identità, comunità e memoria collettiva

La tradizione lombarda del Ceppo di Natale (Foto rete)
La tradizione lombarda del Ceppo di Natale (Foto rete)
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Il Natale è una delle feste più celebrate in Italia e in Europa, ma molte delle sue tradizioni antiche rischiano di scomparire, travolte da stili di vita moderni e da celebrazioni sempre più globalizzate. Dietro a luci, regali e mercatini si celano usanze radicate nella storia, nel folklore e nella cultura popolare, alcune delle quali oggi sono dimenticate o ridotte a semplici curiosità.

Zampognari e musica popolare

Per secoli, nelle regioni del Sud e del Centro Italia, era comune incontrare i zampognari, i suonatori di zampogna (una cornamusa tradizionale), che percorrevano strade e piazze suonando melodie natalizie. Questa usanza, legata alla tradizione pastorale e alla celebrazione della nascita di Cristo, ha visto un declino nelle grandi città, pur restando ancora viva in alcune comunità rurali e nei mercatini di Natale.

Il Presepe artigianale e quello vivente

La rappresentazione della Natività (presepe) è una tradizione profondamente radicata in Italia, risalente alla prima rappresentazione fatta da San Francesco ad Assisi nel 1223. Nel passato molte comunità organizzavano presepi viventi, con cittadini che interpretavano i personaggi della scena sacra attraverso le vie del borgo. Oggi molte di queste manifestazioni sono ridotte o solo occasionali, mentre la costruzione del presepe artigianale, fatta con materiali locali e figure scolpite a mano, fatica a mantenersi nelle case come prima.

Il Ceppo di Natale

Un tempo diffusa in molte zone d’Italia era la tradizione del ceppo di Natale, il grande ceppo di legno da accendere il 24 dicembre e mantenere ardente fino all’Epifania. In Lombardia e in Toscana, ad esempio, il ceppo aveva nomi e riti specifici, come lo “zocco” o il “ciocco” Oggi questa pratica sopravvive solo in alcune aree rurali o è stata trasformata in spettacoli folkloristici.

La Ndocciata e la Faglia (Molise)

In Molise, antichi riti natalizi come la ’Ndocciata di Agnone, una processione di grandi torce di legno accese la sera del 24 dicembre, rappresentavano la luce che annuncia la nascita di Cristo e richiamavano tutta la comunità attorno al fuoco e alla festa. Una tradizione simile è la Faglia di Oratino, dove un grande fascio di paglia veniva acceso in piazza in una cerimonia che fondeva elementi pagani e cristiani. Questi rituali, carichi di significato simbolico, stanno lentamente sparendo o vengono praticati solo in occasioni turistiche.

Il Krampus e figure alpine

Nel Nord Italia, soprattutto in Trentino-Alto Adige, era diffusa l’antica usanza dei Krampus, figure mascherate che accompagnavano San Nicolò nelle prime settimane di dicembre per spaventare i bambini “monelli”. Questa tradizione, d’origine alpina, sopravvive ormai prevalentemente come evento folkloristico e parata, lontana dal suo significato originario di richiamo alla disciplina e alla morale comunitaria.

La Befana e l’Epifania

Pur non essendo una tradizione natalizia nel senso stretto, l’arrivo della Befana il 6 gennaio, figura folkloristica che porta dolci e carbone ai bambini buoni o “cattivi”, è una delle usanze più antiche e vive nel panorama delle festività italiane. Tuttavia, nella vita quotidiana moderna, la festa sta perdendo parte della sua centralità, soprattutto tra le nuove generazioni, sebbene rimanga forte in alcune città come Urbania, famosa per le celebrazioni dedicate.

Altre usanze in declino

Molte altre consuetudini, come il canto della Novena di Natale (un ciclo di canti preparatori al Natale), le visite di amici e vicini per scambiarsi auguri o piccoli doni, e il semplice rito di suonare strumenti tradizionali nelle piazze, stanno perdendo terreno a favore di celebrazioni più standardizzate e commerciali.

Un tesoro culturale da riscoprire

Queste tradizioni, seppure meno diffuse, rappresentano un patrimonio culturale prezioso, non solo raccontano il passato, ma testimoniano il modo in cui comunità diverse hanno vissuto la fede, la famiglia e la

socialità. Riprenderle, anche in forma adattata, può aiutare a restituire profondità e significato alle feste, oltre a mantenere vive identità locali che rischiano di scomparire nel tempo.

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