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"Vergogna". Elodie si scaglia contro la regione Lazio per il caso gay pride

Elodie si unisce al coro progressista e contesta la regione Lazio. "Sostegno a chi promuove una società che rispetta tutti". Ma i motivi del revocato patrocinio non sono quelli contestati dalla cantante

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La prima a cantare è stata lei. Dopo la decisione della regione Lazio di revocare il patrocinio all'ormai prossimo Roma Pride, la cantante Elodie si è scagliata contro l'ente guidato dalla maggioranza di centrodestra. Il ritornello è stato quello indignatissimo già intonato all'unisono dai progressisti. "Tutto il mio sostegno a chi promuove una società che rispetta tutti! Vergogna", ha scritto l'artista in una storia pubblicata sui social, nella quale commentava proprio la notizia del patrocinio ritirato a motivo di alcune controverse istanze (in particolare quella sulla gestazione per altri) contenute nel manifesto politico dell'evento.

E subito lo sfogo social di Elodie ha fatto il giro delle bacheche, dividendo chiaramente i pareri tra chi plaudeva alla cantante e chi invece accoglieva quelle parole con una virtuale scrollata di spalle. Il fatto è che - per usare una metafora musicale - nella sua strigliata social alla regione Lazio l'artista non ha nemmeno beccato la nota esatta. Come spiegato dallo stesso presidente Francesco Rocca, infatti, la revoca del patrocinio non è stata dettata dalla mancata condivisione dei valori inclusivi e di rispetto verso la comunità Lgbt, bensì dalla mancata condivisione di alcune affermazioni presenti nel documento programmatico della manifestazione (nello specifico, i passaggi sull'utero in affitto già dichiarato "degradante" dalla Cassazione).

"Quanto avvenuto rappresenta un'occasione persa per costruire un dialogo maturo e scevro da ogni ideologia - fortemente voluto e sentito da questa Amministrazione - per promuovere una reale inclusione e combattere ogni forma di stigma e discriminazione", aveva ribadito la giunta della regione Lazio, circostanziando i motivi dello strappo. Ma dalla sinistra era subito partito il coro degli indignados, pronto a bollare l'episodio come una "omofobia di Stato" (definizione del deputato dem Alessandro Zan) dal carattere illiberale.

Elodie, peraltro, lo scorso anno era stata madrina al Roma Pride dello scorso anno. E già in quell'occasione aveva punzecchiato Matteo Salvini. "Non fatemi parlare di lui...", aveva chiosato in conferenza stampa.

Il leader leghista aveva risposto così: "Alle sue parole poco carine rispondo con un sorriso".

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