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Vi dico tutta la verità sul cambio della guardia

Cerno è uno spirito libero, e io con gli spiriti liberi mi trovo bene. Non amo le redazioni imbalsamate, preferisco quelle vive, ardite, un po' irriverenti, è l'unico modo per arrivare davvero ai lettori

Vi dico tutta la verità sul cambio della guardia
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Caro Feltri, dal comunicato del CdR di domenica, apprendo che è quasi pronto un cambio della guardia alla Direzione del nostro Giornale da Sallusti a Cerno. Nulla da dire sulla professionalità del nuovo direttore, ma avrei preferito che la notizia fosse stata comunicata ai lettori in modo diverso, non attraverso uno scarno comunicato. Avevo già pensato che qualcosa non andasse per il verso giusto perché gli editoriali di Sallusti mancavano da circa 15 giorni, ma pensavo ad un periodo di ferie non ad un improvviso avvicendamento. E la coppia Feltri-Sallusti?

Antonio Reitano

Caro Antonio,
ho letto la tua lettera e ti ringrazio dell'attenzione con cui segui il nostro giornale. Consentimi però alcune precisazioni, perché vedo che circolano idee che non corrispondono né alla realtà né al mio modo di intendere questo mestiere. Prima questione: la coppia FeltriSallusti. Te lo dico con tutta la franchezza che mi è congeniale: io non faccio coppia con nessuno. Non l'ho mai fatta in tutta la mia carriera e non ho intenzione di iniziare oggi. Il giornalismo non è un matrimonio, né un gemellaggio permanente: ogni direttore cammina sulle proprie gambe, con la propria testa e la propria linea. Io ho la mia, Sallusti ha la sua, Cerno avrà la sua. Fine. Non esiste il duo, non esiste la simbiosi, non esistono le staffette affettive: esistono professionisti che si avvicendano alla guida di un quotidiano. Seconda questione: la comunicazione dell'uscita di Sallusti.

Hai ragione, avrei preferito anch'io che ci fosse stato un congedo formale, un saluto ai lettori, com'è naturale quando si lascia una direzione importante. Io, quando sono arrivato o quando me ne sono andato da una testata, l'ho sempre fatto, per educazione e rispetto verso chi ci legge.

Detto questo, un direttore è libero di decidere come presentarsi e come congedarsi. Io non mi permetto di giudicare le scelte altrui, né di interpretarle. Non ne ho nemmeno la voglia. Ora veniamo a Cerno.

Qui devo dirti esattamente il contrario: sono contentissimo del suo arrivo. Parliamo di un direttore che, alla guida del Tempo, ha ridato vita a un giornale asfittico con scelte coraggiose, titoli forti, idee chiare, e soprattutto introducendo di nuovo quel mix di informazione, sarcasmo e ironia che oggi manca quasi ovunque.

Cerno è uno spirito libero, e io con gli spiriti liberi mi trovo bene. Non amo le redazioni imbalsamate, preferisco quelle vive, ardite, un po' irriverenti, è l'unico modo per arrivare davvero ai lettori.

Quindi, sì, sono ottimista, in quanto vedo in questo avvicendamento l'inizio di una stagione feconda, dinamica,

prospera. I giornali hanno bisogno di personalità, non di burocrazia. E Cerno è una personalità. Una personalità scoppiettante, quindi preziosa, in un periodo in cui i giornali assomigliano sempre di più a monumenti funebri.

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