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Un calice di vino? Sì, grazie

Arriva l'enensimo attacco al consumo di vino italiano. Un comodo espediente per coprire problemi ben più seri.

Un calice di vino? Sì, grazie

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Non passa una settimana, un giorno, nemmeno un'ora senza che l'enogastronomia italiana subisca un qualche tipo di attacco dai fronti più disparati.

A volte l'attacco arriva da giornali stranieri carichi d'invidia e pronti a diffamare le nostre tradizioni. A volte da franchi tiratori di casa nostra affamati di momenti di notorietà. A volte arriva da fenomeni subdoli e purtroppo molto diffusi come l'italian sounding. A volte gli aggressori sono veri e propri stati o addirittura organizzazioni sovranazionali.

Questa volta è il turno dell'Irlanda, una verdeggiante nazione alleata e amica dell'Italia...ma non a tavola.

Tutti i giornali riportano la notizia della legge varata dal governo irlandese, tramite la quale viene imposto che sull'etichetta dei vini (tutti d'importazione) sia obbligatoriamente riportata la dicitura che avverte (e allarma) i consumatori dei rischi per la salute derivanti dal consumo di vino.

Come sui pacchetti di sigarette, ormai da anni contrassegnati dal lugubre (ma veritiero) avvertimento "nuoce gravemente alla salute".

Trovo che sia davvero assurdo equiparare e mettere di fatto sullo stesso piano il consumo di vino e quello di tabacco.

Credo che l'iniziativa del governo irlandese nell'affrontare un problema grave e reale sia stata pianificata in maniera poco ponderata.

In Irlanda da lungo tempo vi è un grande problema di alcolismo, una serissima piaga sociale che attanaglia molti paesi del nord Europa e che ha portato spessso a normative restrittive o proibitive nel tentativo di arginare il fenomeno.

La politica attuata dal governo di Dublino non riesce a centrare il vero nocciolo della questione perchè il problema non è tanto il vino in sè ma semmai l'abuso di alcol (gli irlandesi sono anche grandi consumatori di whiskey,bevanda nazionale molto più alcolica del vino e non paragonabile ad esso).

Il vino italiano (e non solo) viene a trovarsi come vero capro espiatorio, tacciato quasi come fosse una bevanda tossica sebbene come anche dichiarato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale, l'iniziativa legislativa dell'Irlanda abbia poche basi scientifiche.

Un consumo moderato e assennato non rende di certo il vino letale e le vittime dell'alcol sono per la stragrande maggioranza dovute ad incidenti stradali dovuti dallo stato di ebrezza piuttosto che provocate da malattie connesse.

Per ridurre il numero di morti "a causa di alcol" sarebbe molto più corretto ed efficace fare informazione, prevenzione (anche con pene più severe) per chi si mette alla guida dopo aver bevuto troppo.

Non solo. Sarebbe saggio domandarsi come mai qualcuno beve così tanto, indagando a fondo nelle motivazioni sociali che spesso portano all'abuso di alcol.

Un approccio alla situazione ben più serio che però può mettere delicati nervi allo scoperto e portare in superficie radicati problemi che spesso la politica preferisce non affrontare direttamente.

Scaricare la colpa al vino importato dall'estero è una soluzione apparentemente più comoda e veloce anche se di fatto inutile.

Se l'abuso di alcol è la malattia, bisogna comprendere le sue cause scatenanti e non limitarsi a tamponare i sintomi.

Una politica da struzzo per affrrontare un grave problema interno che non risolverà nulla ma in compenso danneggerà le relazioni commerciali con altri Stati e le loro esportazioni.

Mi chiedo come la prenderebbero gli Irlandesi, esportatori di carne pregiatissima come quella di Angus, se a seguito della legislazione di un Paese "alleato" venissero obbligati a pubblicizzare come la carne rossa sia pericolosissima per la salute,poco ecosostenibile e in grado di provocare tumori e altre malattie, con tanto di disegni allarmistici sulle confezione!.

Secondo me risponderebbero argomentando che si fa confusione tra uso e abuso di carne, che non ci sono sufficienti dati scientifici a sostegno e quant'altro possa portare acqua al proprio mulino.

Sicuramente i giornali irlandesi ne scriverebbero per un bel pò!.

L'unica risposta possibile sia che si attacchi il vino, la carne e mille altre cose è che la soluzione sta sempre nella corretta informazione, nell'educazione e nella prevenzione da ogni tipo di abuso, senza nascondere appena sotto la superficie altri problemi ben più seri.

La virtù sta in mezzo dicevano gli antichi, nella moderazione, senza esagerazioni in nessuna direzione.

Avevano ragione.

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