Quindi, oggi...

Zelensky è infuriato, che botto al Cremlino e Fabio Grosso: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: l'attacco al palazzo di Putin, le lamentele di Infantino e Chat Gpt

Zelensky è infuriato, che botto al Cremlino e Fabio Grosso: quindi, oggi...

- Direi che la notizia del giorno non c’è neppure bisogno di descriverla troppo. In sintesi: la Russia ha reso inoffensivi due droni che sono esplosi proprio sopra il Cremlino. Putin non era nella residenza, però per Mosca si tratta di un attentato terroristico ordito da Kiev. L’Ucraina smentisce, per voce dei suoi massimi rappresentanti compreso Zelensky. Gli Usa dicono di non saperne nulla e tutti ci vanno coi piedi di piombo. Bene, io vi do un solo consiglio: diffidate da chi vi spiegherà per filo e per segno cosa sarebbe successo. Perché al momento non sa niente nessuno. Vi ricordate quando accusarono su due piedi Mosca di aver progettato il sabotaggio del Nord Stream 2? Ecco, poi così chiare le dinamiche non erano. Quindi: attendere prego.

- Di certo qui le opzioni sono due o tre. 1) Attacco da parte di Kiev, il che rischierebbe di provocare la dura reazione del Cremlino e magari sdoganare armi sin qui non usate (leggi nucleare tattico); 2) oppositori interni del Cremlino, il che non è del tutto da escludere; 3) un false flag da parte di Mosca che potrebbe utilizzarlo come scusa per la seconda parte del punto 1. Quale di queste è quella vera? Mistero. Di sicuro qualsiasi essa sia, il gran botto del Cremlino è uno di quei fatti che resterà scolpito nella storia di questa guerra. Speriamo solo non si trasformi nella miccia per una ulteriore escalation.

- Il ministro Urso si preoccupa per le insidie di Chat Gpt. E indovinate come immagina di risolvere il problema? Scrivendo delle leggi. Norme, burocrazia, commi e sottocommi. Questi creano immagini reali dal nulla e noi rispondiamo col codice civile. E ci credo poi che l’Ai è avvantaggiata…

- Fabio Grosso riporta il Frosinone in Serie A, un’impresa come quella del 2006. Bisogna essere contenti per un professionista che ha portato la Nazionale sul tetto del mondo e che quando ha smesso di giocare non ha ricevuto i dovuti onori dal sistema calcio. Chissà se adesso si accorgeranno davvero di lui.

- Gianni Infantino definisce “inaccettabili” le proposte arrivare per i diritti tv dei Mondiali di calcio femminili. E non si capisce il perché. Le televisioni fanno un’offerta economica in base al mercato: se c’è poca gente che segue le sgambettate delle Nazionali femminili, il prezzo dei diritti tv sarà inferiore a quello dei colleghi maschietti. Vale anche per gli stipendi ed è inutile scandalizzarsi: la giusta battaglia per il “gender gap” non può valere anche per lo sport, altrimenti non si spiegherebbero neppure le differenze tra le varie discipline. Facciamo un esempio. Se applicassimo il principio di Infantino, mi spiegate perché l’offerta tv per i Mondiali di basket dovrebbe essere più bassa di quella per i Mondiali di calcio? E perché un cestista italiano guadagna decisamente meno di un parigrado che tira pedate a un pallone? Ve lo spiego io: si chiama mercato, ovvero la capacità di quello sport di attirare spettatori e sponsor. Il calcio femminile lo guardano in pochi? È normale che le calciatrici incassino di meno e che Infantino si ritrovi con una proposta “inaccettabile”. Punto.

- Poi c’è pure questo simpatico dettaglio. Infantino sostiene che le emittenti pubbliche in Inghilterra, Italia, Francia, Germania e Spagna abbiano "il dovere di promuovere e investire nello sport femminile”. Bene. Ma se Infantino ci tiene tanto a diffondere il calcio delle signorine, beh: ne avrebbe la possibilità. Potrebbe farle trasmettere gratuitamente; oppure accettare la cifra proposta. Invece la Fifa, se non otterrà il cash desiderato (circa 50 milioni di euro contro 1-10 milioni proposti adesso), sta pensando di oscurare il Mondiale nei Paesi "Big 5". Risultato: il calcio femminile non se lo filerà nessuno e anno prossimo l’offerta sarà ancora più bassa. Grande idea, eh Infantino?

- Ieri l’assessore di Milano chiede di spedire i clandestini violenti nei Cpr, oggi Beppe Sala fa più o meno lo stesso. "Credo che se uno non percepisce il rischio che si corre a delinquere, di fatto tutti i controlli servono a quel che servono - dice il sindaco meneghino - Oggi, purtroppo su dieci persone fermate solo una fa almeno una notte in prigione. Il punto è questo: si deve percepire il rischio di una sanzione. Quindi su quali siano le formule discutiamone, siano questa la prigione o rimpatri, però oggi la sensazione abbastanza diffusa è che se si commettono reati si rischia poco”. Buongiorno Beppe, finalmente se ne accorge anche qualcuno a sinistra. L’unica domanda è: cosa ne pensa Elly Schlein?

- Domenico De Masi, sul Fatto, accusa Meloni di essere “liberista” come Thatcher-Pinochet. I liberisti però la considerano una statalista. Mettevi d’accordo poi fateci sapere.

- A Berlino trapela la notizia della visita di Volodymyr Zelensky prevista per il 13 maggio. Appena Kiev lo viene a sapere, lo staff del presidente ucraino esprime tutta la “forte delusione” per la comunicazione gestita alla “carlona” dei tedeschi. Tanta sarebbe l'arrabbiatura, per non dire di peggio, che l’Ucraina starebbe addirittura pensando di annullare il viaggio. L’asse tra Berlino e Kiev non è mai nato: Scholz appoggia Volodymyr, ma le incomprensioni sono all'ordine del giorno. Basti pensare ai tentennamenti iniziali della Germania, alla questione sanzioni, al gas, ai rapporti con Putin, ai carri armati, agli sgarbi reciproci.

E adesso questo patatrac: dalle parti di Zelensky sono belli infuriati e ci tengono a farlo sapere.

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