In aula La lega promuove il programma del governatore

«Qui finiani non ce ne sono». Parola dell’ex An Roberto Alboni. Come a dire: il Pdl è allineato e compatto. «Il presidente Formigoni - ha precisato - sa che può contare su una maggioranza solida, formata da Pdl e Lega, distinta ma non distante». La dichiarazione d’intenti dei partiti della maggioranza rispecchia i principi di «collegialità» annunciati da Formigoni. Lega compresa, che «giura fedeltà» ma non dimentica, nella prima seduta operativa del Consiglio, di ribadire i punti che le stanno a cuore: federalismo in primis (con un tavolo comune a tutte le regioni del Nord), una bandiera lombarda con la croce rossa, una festa regionale e un sostegno forte alle imprese che non delocalizzano la manodopera. Davide Boni, in qualità di presidente dell’aula, appoggia in pieno la volontà di collaborazione, soprattutto alla voce federalismo. Il Consiglio regionale ha oliato il meccanismo e, dopo l’istituzione ufficiale delle commissioni, entrerà nel vivo dei lavori. Per ora si sistemano i ruoli e si risolvono le questioni di incompatibilità. Il leghista Andrea Gibelli, vice presidente in regione, ha rassegnato ieri le dimissioni alla Camera, prendendo in contropiede l’Idv che sul doppio ruolo suo e di Gian Carlo Abelli ha annunciato ricorso al Tar. Durante la giunta delle elezioni di domani si chiariranno tutte le posizioni.

Filippo Penati, contrariamente alle aspettative, anziché formare un proprio gruppo consigliare autonomo (con relativi costi per personale, locali e segreteria), ha deciso di aderire al gruppo del Pd. I colleghi dell’opposizione lo applaudono per la scelta: «È così che si tagliano i costi». La formula permetterà all’ex sfidante di Formigoni di seguire con più scioltezza anche la segreteria di Bersani.

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