Il premier britannico Tony Blair lo aveva temuto e i numeri gli danno ragione: i reati a sfondo razziale contro i musulmani britannici sono aumentati notevolmente dopo gli attacchi del 7 luglio. La polizia della capitale ha registrato 269 episodi di «odio religioso» nelle ultime tre settimane, contro i 40 denunciati lo scorso anno nello stesso periodo. Una cifra ancora più preoccupante se si considera che gli atti di intolleranza nei confronti di islamici hanno raggiunto quota 68 nei tre giorni successivi alla strage. Si è trattato prevalentemente di aggressioni verbali o fisiche senza gravi conseguenza, ma anche danni a proprietà o a moschee.
Gli atti di intolleranza fanno da sfondo alla lotta senza quartiere che Scotland Yard ha intrapreso per scovare fiancheggiatori degli attentatori e nuovi aspiranti kamikaze. Per sostenere il duro lavoro di indagine, i cittadini inglesi potrebbero essere costretti a pagare una tassa che consenta di sostenere i faticosi turni di 12 ore al giorno che gli agenti devono affrontare da quando è scattata lemergenza. Il Times ha ricordato che le indagini e la necessità di continui pattugliamenti nella strade della capitale sono costati circa 500 mila sterline al giorno (circa 750 mila euro).
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