Aumento dell’acqua i Verdi votano con il Pdl: «Così resterà pubblica, il Pd fa solo demagogia»

Un aumento medio di un euro al mese. Sale il costo dell’acqua, un famiglia che ne consuma 200 metri cubi all’anno dovrà spendere circa 12 euro in più spalmati nei 365 giorni, la bolletta salirà da 108 a 120 euro. Da 0,54 a 0,60 euro al metro cubo. Un aumento a scaglioni fino al 2028 quello previsto dall’Aato, l’Autorità dell’ambito territoriale ottimale della Città di Milano che fissa gli adeguamenti annuali della tariffa per l’utilizzo dell’acqua). La bolletta infatti non viene decisa in completa indipendenza da Palazzo Marino o da Mm, anche se un primo aumento del 5% era già stato fissato lo scorso dicembre, e dal 2011 scatterà dunque un rialzo dell’10%. La giunta prima e ieri il consiglio comunale hanno approvato il Piano di aumenti fissato dall’Aato e che porterà nel 2028 a un aumento dagli attuali 0,54 a 0,72 euro al metro cubo. Come ha spiegato l’assessore al Bilancio Giacomo Beretta, si tratta di aumenti necessari a mantenere il controllo pubblico dell’acqua, altrimenti Palazzo Marino dovrebbe aprire le porte all’ingresso dei privati. Così invece recupererà 805 milioni in 18 anni. Il Pd boccia però anche l’aumento di un euro al mese, tirando in ballo anche il rischio di rialzi a catena, come il costo del pane. Ma il capogruppo dei Versi Enrico Fedrighini, quello di Sinistra e libertà Giuseppe Landonio e della Lista Milano Civica Carlo Montalbetti si sono dissociati e hanno votato a favore con la maggioranza. «Ho votato sì - spiega Fedrighini - per mantenere il controllo pubblico dell’acqua con un incremento della tariffa che passerà da qui al 2028 da 54 centesimi al metro cubo a 0,72 per le famiglie che consumano fino a 350 litri al giorno. Tra la demagogia politica e la difesa del controllo pubblico i Verdi non hanno nessun dubbio su come schierarsi in aula». L’atteggiamento della sinistra, commenta Fabrizio De Pasquale del Pdl «è controproducente per Milano.

Se non aumenta se pure di poco la tariffa il costo degli investimenti ricadrà sul bilancio e quindi solo sui residenti, così invece pagheranno anche i city users, quelli che vengono da fuori ma hanno attività in città».

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