da Canberra
Una bambina di strada condannata per un furto di biancheria a una coetanea, ladruncoli e galeotti. Di certo, gli antenati del premier laburista australiano Kevin Rudd, non sono fra i più nobili: liberi immigrati, ma anche criminali condannati e deportati agli antipodi per punizione. La scoperta, lha fatta la chiesa mormone dAustralia che ha rivelato lalbero genealogico di Rudd, minuziosamente compilato dai suoi esperti che hanno unalta reputazione per le ricerche di genealogia.
Una ricerca che è stata concretizzata in due eleganti volumi rilegati in pelle e donata al primo ministro. Un regalo sicuramente gradito: il pastore della chiesa Terry Wilson, consegnando il dono a Rudd in un incontro privato, ha infatti detto che il premier ha «un pedigree da vero australiano», perché riunisce in sé sia galeotti che liberi immigrati. La ricerca, che ha richiesto più di un anno di lavoro, sarà donata alla Biblioteca nazionale il mese prossimo come parte della Settimana nazionale delle storie di famiglia.
La nonna paterna di quinto grado di Rudd, Mary Wade, era una bambina di strada a Londra, che guadagnava una miseria spazzando le strade ed elemosinando. Nel 1788, a 12 anni, con una ragazza più grande convinse una bambina di 8 anni ad entrare in una toilette, dove la spogliarono del vestito e della biancheria. Furono condannate dal tribunale di Old Bailey a Londra, e la condanna a morte di Mary fu commutata in deportazione nella colonia del Nuovo Galles del sud.
Il nonno paterno di quarto grado, Thomas Rudd, fu deportato nel 1801 per scontare una condanna a 7 anni per «aver acquisito illegalmente un sacco di zucchero». Divenne poi uno dei fondatori della cittadina di Campbelltown, ora parte della periferia di Sydney, dove due strade portano il suo nome.
Vinson ha sottolineato limportanza che gli australiani rintraccino la loro ascendenza. «Uno studio della storia di famiglia ci aiuta a rispettare le lotte che i nostri antenati hanno combattuto, in un mondo molto differente da quello in cui viviamo oggi, per trasmettere a noi la prosperità di cui ora possiamo godere», ha aggiunto.
Circa 160 mila condannati furono deportati dalla Gran Bretagna verso le colonie australiane fra il 1788 e il 1868, spesso per reati minori. Il loro ruolo nella costruzione della nazione è ora sempre più riconosciuto, ed è motivo di orgoglio per i loro discendenti.
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