Auto, anche senza ecoincentivi le vendite rimangono drogate

Il mercato dell’auto affronta oggi un singolare giro di boa. Con aprile, infatti, è iniziato il periodo nero, quello del dopo-incentivi. Il dato finale sulle immatricolazioni del mese scorso, che la Motorizzazione ufficializzerà nel tardo pomeriggio, dovrebbe essere negativo: perdite tra il 15,5 e il 16%, con il gruppo Fiat, sembra, intorno al 30,7% di quota e calo delle vendite a due cifre. Il primo effetto concreto derivato dallo stop ai bonus è, comunque, il massiccio ritorno delle case automobilistiche alle vendite di vetture a «chilometri zero». «Negli ultimi tre giorni di aprile e in particolare l’ultimo - afferma una fonte - c’è stata una fortissima iniezione di queste auto. La ragione è semplice: sostenere il più possibile, da parte delle case, la propria quota mercato. I benefici per il pubblico? Sicuramente l’acquisto di una macchina con uno sconto non indifferente. Il rovescio della medaglia riguarda la perdita di un certo periodo di garanzia: la data di validità del certificato è infatti legata al momento in cui è avvenuta la targatura del veicolo. Inoltre, sulle “km 0” non è possibile applicare finanziamenti a tasso zero». Chi pensava che lo stop agli incentivi avrebbe «pulito» il mercato dell’auto è stato, almeno per ora, smentito. Le vendite continuano a essere drogate, e continueranno a esserlo, come lo erano prima dell’introduzione dei bonus dello Stato.
Analisti e osservatori cercano nel frattempo di capire come evolverà il mercato. Il Centro studi Fleet&Mobility stima che alla fine di dicembre il calo delle vendite sarà del 13% a quota 1 milione 874mila unità. Per il direttore Pier Luigi del Viscovo, «è probabile che nel 2012 il mercato torni ad avvicinarsi ai 2 milioni, un livello ritenuto fisiologico in tempi di economia reale e senza stimoli governativi», mentre l’anno più duro, perché privo di un primo trimestre condizionato dagli incentivi, per Fleet&Mobility sarà il 2011 con 1,8-1,85 milioni di veicoli immatricolati.
Del Viscovo fa anche una riflessione sui «km 0»: «I concessionari, in questo momento, sono nell’impossibilità finanziaria di tenere alto il magazzino, cioè non possono accettare elevati volumi di “km 0”, così è probabile che le offerte vengano rivolte direttamente al cliente sul nuovo, senza trasformare le auto in “km 0”», a meno che non siano obbligati a farlo dalle case da cui dipendono. Il presidente dell’Unrae, Loris Casadei, ha intanto preparato un articolato documento da sottoporre all’attenzione del governo. Le case estere che operano in Italia sollecitano l’alleggerimento della tassazione che grava sul settore.

Al riguardo propongono l’introduzione del sistema pay-per-use basato sul principio che «chi più usa la macchina e le infrastrutture deve pagare di più, in quanto consuma di più». «Verrebbe così rivisto - spiega Casadei - il concetto, ormai superato, di far pagare l’automobilista perché proprietario del veicolo».
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