In futuro, a Napoli, tra i test attitudinali per diventare medici del 118 chiederanno di provare a sollevare una macchina. Lo si può dedurre da quello che è accaduto ieri quando tre medici del pronto soccorso, chiamati a intervenire su un caso di overdose, hanno dovuto spostare di peso una Opel parcheggiata proprio davanti al varco di emergenza della stazione centrale.
Scene di ordinaria inciviltà. Si scopre, infatti, che il proprietario dellauto è partito per Roma, e ha con sé le chiavi: a spiegarlo ai medici è la moglie. E un carro attrezzi? Su questo rispondono ai sanitari i vigili urbani: «Non cè». Motivi sindacali. Grazie alla buona volontà e alla prestanza fisica dei medici il paziente si è salvato ma a indignarsi di più sono proprio loro: «Un ritardo di 5 minuti, su un caso di overdose può anche essere fatale - spiega il dottore Francesco Passarelli, che racconta il soccorso prestato personalmente -. Ed è ingiustificabile che lautoambulanza arrivi con qualche minuto di ritardo a pochi metri. Io mi chiedo: di chi sarebbe stata la responsabilità, se quelluomo fosse morto?». «Si parla tanto di malasanità: ma io sono un medico - continua lo sfogo -, è possibile che debba sollevare personalmente, a 54 anni, unautomobile che mi impedisce di fare il mio lavoro? Lho fatto, fra laltro, assieme a due colleghi ultrasessantenni».
Un dettaglio aggrava il quadro: «Il nostro intervento è stato eseguito alle 7 del mattino. Alle 10.30 quellauto era ancora là: davanti al varco di emergenza della stazione centrale. Lambulanza è rimasta fuori per tre ore».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.