di Fiorella Maressi*
Caro direttore Massimiliano Lussana, ancora una volta debbo rivolgermi a Lei - sempre attento ai problemi di Genova - con un «mugugno».
Lasciamo gli sprechi, le strade abbandonate in malora, i cassonetti sfondati dal solito gruppo di balordi notturni, le carcasse di automobili e motociclette in ogni angolo; questa città sta diventando davvero invivibile.
Ma quello che proprio non accetto, io moglie e «autista» di un invalido, malato anche di Alzheimer, è arrivare all'Ospedale San Martino per una delle solite visite al reparto specialistico di neurofisiopatologia e trovare i tre unici posti nell'area vicina alle ambulanze del Pronto Soccorso e dedicati alle auto di chi possiede il contrassegno, occupate da... da chi?
Sicuramente dipendenti dell'ospedale. Sicuramente persone incivili. Sicuramente persone che se ne fregano di quei tre miserabili posti da tener liberi, perché loro ne hanno bisogno e basta.
Ho capito che la ragione per cui il muso delle tre vetture fosse rivolto contro il muro, era di non palesare la mancanza di quel contrassegno.
Le ho fotografate, caro direttore Lussana, con il mio telefono cellulare e ho conservato le immagini, perché la rabbia per dover peregrinare anche per l'Ospedale in cerca di un posticino per la mia piccola utilitaria era alle stelle.
E il tempo stringeva e tirava vento e mio marito non può camminare e farsi un chilometro a piedi ogni volta.
A che vale allora se anche l'AMT ci ha rilasciato un telepass per transitare liberamente sulle corsie gialle?
A che vale se in tutta la città quei quattro posticini riservati ai meno fortunati, sono sempre abusivamente occupati da quelli che vanno al bar, devono andare di corsa di qua o di là per gli affari loro?
Mi perdoni, ma a questo punto non posso più passarci sopra.
È un problema sentito dai disabili, più di quanto si possa immaginare.
Ci aiuti direttore e risvegli certe coscienze.
Grazie della sua attenzione.
*quella di via Archimede
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