Auto, finito l’effetto incentivi ora tocca ai manager con le idee

E adesso vinca il migliore. Da ieri, 1° aprile, «è iniziato il vero mercato dell’auto nuova in Italia», ricorda l’Unrae nella nota di commento alle immatricolazioni di marzo. Significa che, esaurita la coda delle vendite «ecoincentivate» delle automobili ordinate negli ultimi mesi del 2009, da ora in poi i costruttori dovranno cavarsela da soli. È la cruda realtà. Ma a misurarsi saranno soprattutto i manager alla guida delle case automobilistiche con i rispettivi staff preposti al marketing, alle vendite e al post vendita.
Insomma, se da un lato il mercato italiano rischia di affondare sotto il peso della mancanza di ordini e di ritrovarsi ai livelli della precedente grande crisi del 1993-1996, dall’altro questa situazione offre ai manager delle case l’occasione per dimostrare di meritare la poltrona su cui siedono e di porre in essere idee e strategie per superare nel modo migliore l’esame. È una prova non facile e di grande responsabilità: oltre al bilancio della propria azienda, è infatti in gioco il futuro di migliaia di persone che lavorano nell’indotto: tra concessionari, meccanici e personale amministrativo. Da Roma non ci sono segnali di ripensamenti da parte del governo (introduzione ritardata, magari nel secondo semestre, di nuovi aiuti per sostenere la domanda), pertanto è necessario che i costruttori si rassegnino allo status quo e comincino a pensare a come limitare i danni visto che, dopo il terzo dato di seguito positivo (+30,2% a gennaio, +20,6% a febbraio e +19,6% a marzo, ma con gli ordini diminuiti il mese scorso del 35%), «si è in attesa - come commentava ieri il Centro Studi Promotor Gl events - del grande freddo di aprile». Preoccupa, infatti, la linearità dei commenti al mercato che arrivano da Anfia e Unrae. E lo stesso vale per il governo che, dopo il no agli incentivi, è continuamente chiamato ad affrontare concretamente il problema, realizzando con il contributo dei diretti interessati un piano d’azione capace di rilanciare il settore. La parola d’ordine, dunque, è reagire, visto che l’allarme rosso sta suonando ormai da mesi (gli analisti dell’Unrae «prevedono per il 2010 più di 1,5 milioni di ordini, valore ai minimi storici, cioè oltre 800mila contratti in meno rispetto al 2009»; mentre Filippo Pavan Bernacchi (Federaicpa) avverte «che i posti di lavoro nelle concessionarie salteranno come tappi di champagne» e minaccia «misure di protesta eclatanti»). Marzo è comunque ancora positivo per Fiat che mette a segno una crescita delle immatricolazioni del 14,8%, ma scende nella quota al 31,3% dal 32,6% di marzo 2009. Si distingue il marchio Fiat con +17,2% dei volumi di vendita, ma soprattutto brilla Lancia con +24,3% e una quota al 4,5%, in aumento di 0,2 punti percentuali. Per Alfa Romeo il bilancio è invece in rosso: -21,76% le immatricolazioni. Bene Fiat anche in Francia dove il governo ha pianificato l’uscita morbida dagli incentivi, tuttora in vigore anche se ridotti: a fronte di un aumento delle vendite del 17,9%, il gruppo italiano è cresciuto del 14% (+15,1% il solo marchio Fiat).
A infondere un po’ di ottimismo al settore è, invece, il Centro Studi Fleet & Mobility secondo il quale «le immatricolazioni di automobili a noleggio nel 2010 segneranno una forte ripresa, stimata in circa 50mila vetture (+20% sul 2009)». In recupero è visto anche il noleggio a breve. Intanto i sindacati affilano le armi.

Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil, ha dichiarato che l’organizzazione interverrà all’«Investor Day Fiat» il 21 aprile a Torino, per esprimere «le preoccupazioni dei lavoratori sulle prospettive industriali e occupazionali del gruppo». «Il governo - aggiunge Rinaldini - si era impegnato a convocare tavoli su tutti i singoli settori di attività del gruppo e sugli ammortizzatori sociali», impegno di cui «si è ormai persa traccia».

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