Auto, mercati, cantieri: sulle ciclabili c’è di tutto. Tranne le bici

Auto parcheggiate, radici di alberi secolari che spuntano dall’asfalto, buche e persino le bancarelle dei mercati. Chi ha intenzione di attraversare la città sulle piste ciclabili di Milano deve essere pronto ad affrontare un percorso ad ostacoli. Perché le corsie riservate - si fa per dire - alle due ruote sono a singhiozzo, uno «spezzatino» in mezzo alla metropoli sul quale è impossibile tenere la rotta. Cambi di marcia, inversioni, curve strettissime e interruzioni: invece che una pedalata, la corsa del ciclista diventa quasi un triathlon. E così capita di finire in mezzo ad una carreggiata di una strada, sfiorando le auto che sfrecciano verso il semaforo. Oppure in bocca ad una stazione del passante ferroviario o nel migliore dei casi sulla bancarella di un mercato. Senza contare che i tragitti sono mal segnalati e sembra che li frequentino tutti tranne i ciclisti.

Eppure l’amministrazione comunale ha promesso di raddoppiare entro il 2011 e di far arrivare i chilometri per le biciclette almeno a 120. Intanto Milano rimane il fanalino di coda tra le metropoli europee per l’estensione della rete ciclabile in città.

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