Auto, obbligo di catene a bordo «In tutte le città del Nord o niente»

Auto, obbligo di catene a bordo «In tutte le città del Nord o niente»

Il limite di velocità anti smog a 70 km all’ora resta in sospeso e, per ora, la Provincia di Milano tiene l’ordinanza nel cassetto. Ma c’è un’altra decisione da prendere a palazzo Isimbardi: far partire l’obbligo delle catene da neve o no.
«O l’obbligo scatta in tutte le province o perde di senso. Non può essere applicato un po’ qua e un po’ là». Suona più o meno così la posizione del presidente della provincia di Milano Guido Podestà sul tema della sicurezza in strada durante l’inverno. Per questo Podestà si confronterà con i colleghi durante la riunione delle province lombarde del Nord Ovest per ragionare su un provvedimento comune. E quella sarà la sede in cui si deciderà se obbligare alle catene o meno. «O lo si fa tutti assieme - sostiene - o non ha senso far scattare nessun obbligo».
Di fatto ora la situazione in Lombardia è abbastanza a macchia di leopardo. L’obbligo c’è in provincia di Varese, di Como, di Sondrio, di Cremona e nelle province delle regioni vicine: Novara, Alessandria, Cuneo, Torino. C’è nella città di Bergamo, c’è sulle autostrade Anas della Liguria e dell’Emilia Romagna. E può capitare che un automobilista esca di casa senza essere tenuto a portarsi dietro le catene e incappi in qualche sanzione non appena cambia provincia. Sanzione che va da 38 euro in città ai 78 euro nelle strade extra urbane. Insomma, un caos totale.
Ma l’anno scorso non c’erano le condizioni per decretare l’obbligo: i tempi erano troppo stretti e, facendo scattare la legge alla metà di novembre, non sarebbe stato possibile munire tutti dell’equipaggiamento invernale. Proprio per questo lo scorso anno Podestà non aveva firmato l’ordinanza lanciata dall’ex assessore all’Ambiente Giovanni De Nicola. In quel periodo il presidente di Palazzo Isimbardi era a Shangai e sulle catene (o le gomme da neve) obbligatorie era nato un polverone di polemiche. Tanto che alla fine non se n’era fatto più nulla. In tanti avevano parlato di una spesa ingiustificata, di un business a favore dei commercianti. Dal canto loro le officine non erano fornite di catene o gomme invernali per tutti e qualcuno avrebbe rischiato la multa per ritardi nell’arrivo del materiale. Per di più non c’erano i cartelli della segnaletica stradale. «Non si può costringere un cittadino a rispettare un obbligo quando la segnaletica non glielo ricorda» aveva tagliato corto Podestà. E l’ordinanza era finita nel cestino.
Con un piccolo paradosso: la provincia di Milano era stata la prima a lanciare la proposta delle catene ma, nei fatti, era stata tra le poche a non metterla mai in pratica. Soprattutto per ragioni di tempo. Le altre province invece avevano emesso le ordinanze ma le avevano applicate con tutta calma, ben oltre il 15 novembre, data indicata come l’inizio del periodo da catene.


«Quest’anno tendiamo a una soluzione condivisa» annuncia Podestà che mercoledì prossimo fisserà la data dell’incontro con i colleghi delle province del Nord Ovest. Nulla sarà fatto di corsa, assicura Podestà, o deciso all’ultimo momento.

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