da Milano
Sprint finale per il gruppo Fiat allo scopo di «tenere» il quinto posto nella classifica dei produttori europei, a scapito di Renault-Dacia, e cogliere lobiettivo di chiudere lanno con l8% di quota, meta che si era prefissata lad Sergio Marchionne. Nel consuntivo delle immatricolazioni in Europa riferito a novembre, il Lingotto ha registrato una crescita in volumi dell1,9% in un mercato complessivo (Europa dei «15» più i 10 Paesi Efta) che è sceso del 2,1%. La quota mercato di Torino è passata dal 7,9 all8,2%, mentre negli 11 mesi la penetrazione si è attestata all8,1% rispetto al 7,6% del periodo gennaio-novembre 2006. In questo contesto il gruppo Fiat si colloca al quinto posto davanti a Renault-Dacia: 1.114.323 le unità vendute da inizio anno dagli italiani contro 1.110.788 dei rivali. Diversa è la situazione se si considerano anche i Paesi dellex Est Europa, dove il gruppo francese (9,1% e 8,6% le quote mercato nel solo mese scorso e a partire da gennaio) sopravanza Torino (7,9% di quota sia a novembre sia negli 11 mesi) grazie allexploit del marchio low cost Dacia.
Più in generale, e tornando ai dati dei principali Paesi europei, il marchio Fiat ha archiviato novembre con il 6,4% di quota (più 0,3%): Panda è risultata al primo posto tra le vetture più richieste del segmento «city-car» e 500 è stata immatricolata in 10mila esemplari. Il peso della casa italiana nelle «piccole» è del 39,6 per cento. Sempre la 500, commercializzata progressivamente nella seconda metà del 2007, ha raggiunto i 120mila ordini, in pratica la produzione a regime previsto per il primo anno. Stabile nel mese il marchio Lancia, che in questo momento può effettivamente contare su Ypsilon e Musa, che invece cresce del 5,2% considerando il dato da gennaio. Continua invece a soffrire Alfa Romeo, ora affidata alla guida di Luca De Meo: meno 5,9% le vendite nel mese e meno 0,4% il consuntivo.
I dati positivi del gruppo italiano non hanno impedito al titolo di fare un nuovo passo indietro (meno 1,37% a 17,52 euro) a Piazza Affari, in scia con il settore e perché ancora oggetto di realizzi visto che le azioni torinesi sono tra le poche a vantare ancora un buon rialzo rispetto ai valori di inizio anno. A incidere, però, è stata anche lattività dei fondi legati agli indici che, in previsione del dato sullinflazione Usa, hanno deciso di accorciare le posizioni in Europa. Per il resto i dati sulle immatricolazioni diffusi ieri dallAcea hanno ribadito il ruolo di locomotiva del mercato europeo avuto questanno, grazie agli incentivi, dallItalia (più 6,6% da gennaio). Nonché le difficoltà di Germania (meno 12,9% a novembre) dopo i ritocchi allIva, e di Spagna (meno 5,9%).
Il segno negativo generale mensile, secondo Promotor, risente dei timori causati dallaumento del costo del denaro (penalizza il ricorso ai finanziamenti) e dei rincari dei prezzi dei carburanti. E tutto ciò mentre si riaffaccia linflazione.
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